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Arci, una finestra sul mondo

Dopo la Notte Rossa dello scorso 23 gennaio e delle grandi manifestazioni a favore delle unioni civili che hanno colorato le piazze italiane, abbiamo intervistato la presidente dell’Arci provinciale di Siena, Serenella Pallecchi.

Cos’è la Notte Rossa e perchè è stato scelto lo slogan “1 euro contro le mafie” ?

““Questa è stata la seconda edizione della Notte Rossa in Toscana, in cui tanti circoli, Case del Popolo e associazioni hanno avuto la possibilità di dare visibilità a quello che fanno e a come operano. Lo scopo è stato valorizzare il lavoro dei nostri volontari che mandano avanti la vita dei circoli e gli ideali dell’Arci. Hanno aderito quasi 300 realtà associative, di cui 35 nella provincia di Siena, con 27 iniziative attivate. Sparsi per il territorio regionale oltre 270 eventi, tra presentazioni di libri, dibattiti, aperitivi e cene sociali. Nel territorio della provincia di Siena ognuno ha partecipato prendendo un caffè o un bicchiere di vino al costo di un euro. Tutto il ricavato è stato devoluto alla cooperativa ‘Lavoro e non solo’ di Corleone, cooperativa nata dall’esperienza dell’Arci, che gestisce terreni confiscati ai mafiosi e organizza campi di lavoro a cui partecipano moltissimi giovani”. La Notte Rossa ha avuto uno straordinario successo in termini di impegno di volontari e di partecipazione: centinaia di persone hanno animato i nostri circoli lo scorso 23 gennaio”.

Come si fa a far sentire proprio anche del nord un problema che sembra riguardare esclusivamente il meridione? Come si svolge il lavoro antimafia dell’Arci? 

“Arci è sempre stata sensibile ai temi della legalità, dell’uguaglianza e della solidarietà. Anche noi in Toscana -a proposito del Podere Suvignano- siamo stati toccati dalla mafia in prima persona, in una battaglia che abbiamo combattuto perchè la proprietà non fosse messa all’asta. La mafia è un problema dell’Italia intera e del mondo, e la partecipazione al bene comune, al bene di tutti gli italiani, significa fare antimafia: Arci in questo vuole muoversi in prima linea. Uno degli eventi della Notte Rossa ha visto la presentazione del libro Il caso Valarioti, insegnante di Rosarno e segretario della locale sezione del PCI ucciso dalla ‘ndrangheta nell’80 la sera in cui il PCI vinse le elezioni amministrative. Questa occasione vuole sottolineare come molti sacerdoti, cittadini comuni, politici, hanno dato la vita nella lotta alla criminalità organizzata: è importante trasmettere questo messaggio e questa consapevolezza”.

A pochi giorni dal Family Day del 30 gennaio, si svolge la manifestazione a favore delle unioni civili e dell’approvazione del ddl Cirinnà. Come si pone l’Arci in questo senso?

““Io dico che il tempo è ora, anzi, sembra anche troppo tardi per riconoscere quelle che già sono famiglie, che piaccia o no. Nelle iniziative della Notte Rossa abbiamo letto l’appello delle associazioni promotrici delle manifestazioni del 23 gennaio per testimoniare la nostra vicinanza e azione concreta. Questi sono valori che vanno al di là dell’essere uomo o donna: è assolutamente indispensabile riconoscere questi nuclei familiari. In questa battaglia siamo a fianco in tutto e per tutto ad Arcigay”.

Cosa vuol dire essere soci Arci? Trova che i giovani di oggi siano spinti dagli stessi ideali dei giovani di vent’anni fa?

“Sicuramente i giovani non sono gli stessi, ma sono i medesimi gli obiettivi e i valori che muovono l’Arci: mantenere vivo il nostro patrimonio culturale e sociale che ha costruito politica e sviluppo associativo. L’Arci continua ad essere una finestra sul mondo e i giovani si impegnano, sono responsabili, capaci e assumono anche ruoli di responsabilità. La loro caratteristica principale si riconosce nella grande voglia di conoscenza. Volendo classificare, sicuramente i nostri ideali sono sempre stati legati alla sinistra storica, nonostante non ci riconosciamo in nessun partito politico”.

Tilde Randazzo 

 

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