Ai Weiwei a Montalcino: speranza e sofferenza viaggiano sulla porcellana dei migranti

Dolore e speranza vengono raccontate in un messaggio universale, dipinto sui vasi di porcellana, che attraversa il Complesso dell’Oro di Montalcino. Nella sala del Museo d’arte sacra è infatti stata accolta ‘Porcelain pillar with refugee motif’ del maestro cinese Ai Weiwei.

L’opera fa parte del progetto “Siena e le terre dell’Anima – Mete contemporanee”, sviluppato dall’Arcidiocesi di Siena – Colle di Val d’Elsa – Montalcino e dalla Diocesi di Montepulciano – Chiusi – Pienza e realizzato da Opera Laboratori in occasione del Giubileo, in collaborazione con il comune di Montalcino e Galleria Continua.

L’opera raffigura l’umanità sofferente dei migranti in viaggio ed è posta in dialogo con le cromie delle terracotte invetriate di Andrea della Robbia. Alla parete, dietro la torre composta da sei vasi di Ai Weiwei, la Madonna con Bambino incoronata da due angeli ed i Santi Giovanni Battista e Pietro,  caratterizzata dalla tipica bicromia bianco-blu diffusa in tutta la Toscana e l’Umbria. Il bianco e blu, colori che ritornano nella porcellana Qinghua nata circa 1000 anni fa e molto diffusa in Cina, smaltata e decorata con un pigmento blu chiamato cobalto. ‘Porcelain pillar with refugee motif’ insieme alla “Robbiana” invitano alla speranza con riferimento alla lettera di San Paolo ai Romani.

L’opera di Ai Weiwei fa parte di un consistente gruppo di capolavori dedicati al tema delle migrazioni nel Mediterraneo, un argomento di ricerca portato avanti con grande determinazione nel suo ultimo decennio a partire dal suo esilio dalla Cina e conseguente trasferimento in Europa nel 2015.

“Se guardiamo alla storia degli immigrati – ha detto lo stesso Ai Weiwei – le persone si sono sempre spostate, unite, hanno scelto nuove destinazioni e si sono mescolate con culture diverse. Questo contribuisce a migliorare la nostra letteratura, poesia e arte”.

Il dialogo che scaturisce tra ‘Porcelain pillar with refugee motif’ e la porcellana Robbiana all’interno delle sale del Museo Diocesano del complesso di Sant’Agostino a Montalcino rappresenta la sintesi perfetta di quello che si manifesta come un primo passo verso una comprensione del dolore altrui, un empatico approccio al “diverso”, un caritatevole sguardo di accoglienza che trasmette Maria, Madre di Speranza.

Montalcino, attraverso l’opera di Ai Weiwei, diventa parte del progetto mete contemporanee perché l’artista orienta il cammino dei pellegrini e visitatori attraverso le sue opere e il dialogo che instaurano con il contesto. La bellezza è, dunque, chiamata a portare il suo messaggio di speranza e a rispondere alle sfide del nostro tempo, con particolare attenzione ai popoli più bisognosi e ai territori in cui si vivono conflitti e disagi. La delicatezza della porcellana che contrasta con la durezza delle esperienze dei migranti, ci interroga e stimola ad una riflessione critica che offre una nuova prospettiva storica e culturale su un tema molto attuale.