Rileggere la Toscana in chiave contemporanea, abbandonando l’immagine stereotipata da cartolina, spesso l’unica veicolata dai mass-media, e andando invece a indagare il patrimonio artistico, antropologico, artigiano e tradizionale del territorio e delle comunità. È questa la linea guida di “Go to App – Digital Renaissance”, il progetto di residenza artistica che ha coinvolto 4 giovani protagonisti dell’arte contemporanea italiana under 35, a confronto e in dialogo con il territorio senese.
Adriana Amoruso, Giammarco Cugusi, Gabriele Dini e Claudia Ponzi hanno vinto il bando nazionale lanciato dalla Siena School for Liberal Arts in collaborazione con la Fondazione Musei Senesi e il contributo pro bono del Siena Art Institute: in questo modo, hanno potuto vivere e lavorare in residenza per oltre un mese nella zona delle Crete, nella provincia a sud di Siena, terra di piccole comunità, borghi antichi, tradizione mezzadra e artigiana, gente autentica e fiera.
Dalla loro riflessione e dal confronto con il territorio e con i piccoli musei con cui si sono trovati in dialogo è nata una ricerca personale fatta di rivisitazioni, riscoperte, incontri. Un approccio multimediale e multi-materiale che attualizza la tradizione, incastonandola nel contemporaneo; che lavora sul confronto e la scoperta reciproca, l’ascolto, l’intreccio generazionale, il contrasto senza il conflitto.
I 4 artisti, guidati dalla curatrice Valeria D’Ambrosio , saranno dunque protagonisti con le loro opere, pensate in dialogo con i luoghi e le collezioni e con la tradizione orale e artigiana: ognuno di loro presenterà il proprio lavoro in uno dei musei afferenti alla Fondazione Musei Senesi domani, venerdì 23 novembre, a partire dalle 15, in una sorta di vernissage itinerante: si parte al museo della Terracotta di Petroio (Trequanda) alle 15; museo civico Archeologico e d’Arte Sacra di palazzo Corboli (Asciano) alle 17; museo del Paesaggio di Castelnuovo Berardenga alle 18.30 con brindisi di benvenuto. Sabato 24 novembre dalle 17,30, poi, nel museo dell’Antica Grancia e dell’olio di Serre di Rapolano si terrà l’inaugurazione della mostra collettiva, in concomitanza con la festa dell’olio. Nell’occasione, l’ingresso ai musei e alle mostre sarà libero e gratuito.
«Questo progetto – spiega la curatrice Valeria D’Ambrosio, anticipando il testo critico che accompagnerà la mostra finale di restituzione della residenza – si impone come un tentativo di dar voce alle storie inascoltate o solo dimenticate della materia che ci circonda. Quattro artisti italiani under 35 sono così chiamati a percepire questo richiamo e a restituirlo attraverso il loro personalissimo filtro. In dialogo con il tessuto sociale, culturale, storico e paesaggistico in cui hanno vissuto e lavorato, Adriana Amoruso, Giammarco Cugusi, Gabriele Dini e Claudia Ponzi ci presentano opere capaci di avvicinarci a pratiche artistiche contemporanee che emergono per il loro spirito di ricerca nel collegare il passato con il presente. I lavori di restituzione della loro residenza nel territorio della provincia di Siena, che ha interessato paesaggi variegati, dalle Crete al Chianti alla Valdorcia, esprimono così un desiderio irrefrenabile di esplorare territori fisici e mentali, in cui aspetti legati alla narrazione e alla sopravvivenza di pratiche tradizionali assumono una presenza ricca di significato».
Dettagli
Venerdì 23 novembre (mostre personali)
ore 15 – Claudia Ponzi // museo della Terracotta di Petroio (Trequanda) – (questa mostra rimarrà aperta 6 mesi)
ore 17 – Gianmarco Cugusi, Gabriele Dini // museo civico Archeologico e d’Arte Sacra di Palazzo Corboli (Asciano)
ore 18.30 – Adriana Amoruso // museo del Paesaggio (Castelnuovo Berardenga)
Sabato 24 novembre (mostra collettiva)
ore 17.30 – Presentazione del progetto e inaugurazione della mostra // sala del Granciere del museo dell’Antica Grancia e dell’Olio di Serre di Rapolano
ore 19.30 – Aperitivo con degustazione di prodotti locali
ore 21 – Live music
Gli artisti in residenza
Adriana Amoruso (Trani, 1991) si è formata a Firenze.
Il suo lavoro è incentrato sulla sperimentazione di opere prodotte con tecniche e linguaggi interdipendenti (dall’installazione alla video-arte, fino alla performance) volta a far interagire la formazione di matrice pittorica con la miriade di possibilità espressive di cui il contemporaneo necessita. Il meccanismo di contagio e interdipendenza tra i vari “generi” mira così a maturare uno spirito artistico polivalente e multiforme.
La sua attenzione è stata attratta dallo spettacolo lunare e antico delle Crete Senesi: attraverso l’escamotage ludico della spedizione spaziale ha esplorato questo territorio, indossando la tuta da astronauta e documentando tutto con immagini, video, audio. Lavorando con gli stessi mezzi di cui fa uso la ricerca scientifica (e con la collaborazione del paleontologo Luca Maria Foresi), ha tentato di capire quali forme di vita “aliene” abitassero questa porzione di territorio quando era bagnata dal mare.
Giammarco Cugusi (Bergamo, 1991) si è formato tra Venezia e Gent (Belgio).
La sua ricerca ,che parte dall’esperienza personale, sua come di altri coetanei , mira a dare voce a una generazione che, nonostante le difficoltà e la precarietà, risponde all’umiliazione con umiltà e dedizione.
Si è confrontato con la collezione di palazzo Corboli (Museo di Asciano) relativa al sito archeologico di Campo Muri, dove tempo (orologio solare) e denaro (monete) sono affiancati, custoditi preziosamente all’interno di teche di vetro.
E dunque: quale valore diamo al tempo? Il tempo è denaro? Il lavoro cerca di rispondere a questo quesito.
Gabriele Dini (Viareggio, 1985) si è formato tra Carrara e Londra(Inghilterra).
Artista multimediale, trova nell’installazione e nell’interattività con l’opera la sua espressione migliore; la sua ricerca si basa sull’interazione e il dialogo tra materia e lavoro digitale.
Anche lui si è confrontato con il museo di Asciano proponendo due lavori, uno per la sezione di arte sacra e l’altro destinato al magazzino archeologico: entrambi i progetti ruotano intorno all’idea dell’interazione tra le opere e lo spazio ospitante, tra lo spazio e il visitatore.
Claudia Ponzi (Padova, 1988) si è formata a Milano.
La sua ricerca spazia tra varie forme interpretative – sempre a cavallo tra l’installazione e la performance – senza disdegnare incursioni nella video arte, la fotografia, il disegno; la dimensione narrativa gioca in uno spazio tra infanzia ludica e sessualità componendo dichiarazioni d’amore, spesso rivolte a una collettività.
Si è concentrata su Petroio, minuscolo borgo medioevale che sembra aver vissuto la sua vita diversi anni fa, e sulla curiosa dicitura della sua piazza principale che si trova accanto al museo della Terracotta: si tratta di “Piazza Padelle”, un nome senza spiegazione la cui storia, vagamente tramandata dagli anziani del paese, è diventata un segreto quasi dimenticato, sepolto insieme al cambio generazionale.