Dopo aver inaugurato il nuovo anno accademico in musica con un concerto sul palco del teatro dei Rinnovati per il Conservatorio Rinaldo Franci, una realtà senese in continua evoluzione, è tempo di bilanci. Ieri si è concretizzato il passaggio di consegne tra il nuovo direttore Antonio Ligios e l’ex Luciano Tristaino. L’operato di quest’ultimo per la scuola è stato veramente importante, basterebbe infatti citare le collaborazioni con Cina e Usa per capire la grande mole di lavoro e risultati.
Una realtà in continua evoluzione, dicevamo, che è legata al proprio territorio ma che ha sempre di più una vocazione internazionale e che guarda con fiducia alla conclusione del processo di statizzazione. “Ligios ci traghetterà verso la fine del processo- ci dice il presidente Miranda Brugi -. Noi abbiamo già fatto la domanda di statizzazione, andava fatta entro il 30 settembre. Tutti i dati richiesti dal ministero dell’istruzione sono stati inseriti. Bisogna dire grazie all’ex-direttore Tristaino e al Comune. Molte assunzioni di responsabilità sono state prese dall’amministrazione, dal sindaco De Mossi che ha dato disponibilità massima, specie sugli impegni finanziari che il Comune dovrà sostenere fino al 2024”.
“Nella domanda – prosegue Brugi – ci sono tutte le informazioni sull’andamento dell’istituto Franci. Ora aspettiamo il giudizio della commissione di competenza. Poi c’è un iter dettato dalla legge. Nel processo di statizzazione di centrale importanza è stato dimostrare che nel territorio si poteva lavorare in sinergia. E’stato fatto un grande lavoro dalle amministrazioni di Siena, Lucca, Livorno e Firenze per creare, insieme alla Regione, una piccola federazione di conservatori che che forse ci farà riconoscere dalla commissione un punteggio più alto nella domanda”.
A raccogliere l’eredità di Tristiano è il neodirettore Antonio Ligios, attualmente presidente della Conferenza dei conservatori di musica. “Sono arrivato qui da esterno – ci dice-, ma ho trovato un istituto vivo da un punto di vista musicale ed artistico. Il Franci qui è molto radicato con il tessuto sociale della città e sono molto positive le relazioni poste in essere sia con le istituzioni, con il sistema istruzione e anche con gli altri paesi. Quella dei conservatori italiani è una realtà molto differenziata, ci sono istituti di grandi tradizione e molto grandi e ci sono strutture più piccole ma molto legate con i propri luoghi d’origine”.
Marco Crimi
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