Non usò mezze misure Giorgio Vasari per definire il pavimento del Duomo di Siena. Per il pittore, architetto e storico dell’arte aretino l’intarsio della Cattedrale era: « Più bello et al più grande e magnifico pavimento che mai fusse stato fatto». Ai giorni nostri la delicatezza del pavimento obbliga a coprirlo per certi periodi dell’anno e non sempre è possibile vederlo. Ma in occasione dell’Anno Santo, l’Opera della Metropolitana di Siena ha deciso di offrire una grande opportunità ai visitatori di tutto il mondo: fino al 31 luglio sarà possibile ammirare l’intarsio a commessi marmorei, per una scopertura straordinaria che va ad aggiungersi a quella consueta dal 18 agosto fino al 26 ottobre.
Per la prima volta, l’occasione di visita al pavimento si presenta anche nei giorni del Palio dedicato alla Madonna di Provenzano, un’ulteriore opportunità per i numerosi visitatori presenti in città per la Festa senese. “Ivi dimando Misericordia“, questa è l’iscrizione, significativa per la tematica giubilare, presente nella tarsia collocata dietro l’altare maggiore del Duomo e che si unisce ai quattro tondi allegorici raffiguranti le virtù cardinali. L’iniziativa va a valorizzare il percorso giubilare Maria Mater Gratiae, Mater Misericordiae già attivo presso il Complesso museale del Duomo di Siena e che vede come opera simbolo La Madonna col Bambino e quattro cherubini di Donatello.
La magnifica Cattedrale di Siena conserva il pavimento a commesso marmoreo, un capolavoro unico, non solo per la tecnica utilizzata e la sua organicità, ma anche per il messaggio delle figurazioni, un invito costante alla ricerca della Sapienza. Abitualmente, il prezioso tappeto di marmo è protetto dal calpestio dei fedeli, ma ogni anno, per alcuni mesi, viene “scoperto” all’ammirazione costante e in progressiva crescita dei visitatori. È il risultato di un complesso programma iconografico realizzato attraverso i secoli, a partire dal Trecento fino all’Ottocento. La tecnica adoperata durante i secoli passati è quella del graffito e del commesso con marmi di provenienza locale come il broccatello giallo, il grigio della Montagnola, il verde di Crevole e il rosso di Gerfalco.
I cartoni preparatori per le cinquantasei tarsie furono disegnati da importanti artisti, quasi tutti “senesi”, fra cui il Sassetta, Domenico di Bartolo, Matteo di Giovanni, Domenico Beccafumi, oltre che da un pittore “forestiero” come l’umbro Pinturicchio, autore, nel 1505-1506, del celebre riquadro con il Monte della Sapienza, raffigurazione simbolica della via verso la Virtù come raggiungimento della serenità interiore.
Il percorso completo nel Complesso monumentale del Duomo di Siena permette, oltre alla visita del Pavimento in cattedrale, quella al Museo dell’Opera ove si potranno ammirare, nella Sala delle Statue, i mosaici con i simboli delle città alleate di Siena e le tarsie originali di Antonio Federighi con le Sette età dell’Uomo. Nella Sala dei Cartoni, il cui ingresso fiancheggia la magnifica Maestà di Duccio, è visibile la celebre pianta del pavimento del Duomo delineata da Giovanni Paciarelli nel 1884, che consente di avere un quadro d’insieme delle figurazioni e dell’itinerario che, dall’ingresso, conduce fino all’altar maggiore.
La visita al pavimento può essere effettuata con audiovideoguide multimediali che permettono l’ascolto del testo-guida e la visione dei particolari delle tarsie oppure con con guide autorizzate; Il catalogo Virginis templum edito da Sillabe presenta il percorso iconografico del pavimento oltre a una panoramica di tutto il Complesso del Duomo.
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