Arte

Le Biccherne dell’archivio di Stato prendono vita con la realtà virtuale

Nel film “Una notte al museo” con Ben Stiller, la trama era basata principalmente su un museo di storia naturale che prendeva vita nelle ore della notte ed è ciò a cui abbiamo assistito oggi all’archivio di Stato di Siena. Questa mattina, infatti, il pubblico ha assistito ad una nuova visione delle tavolette dipinte delle Biccherne, grazie all’utilizzo della realtà virtuale. Un viaggio nel tempo, in cui ci si è trovati dentro la storia, diventando protagonisti degli avvenimenti narrati. La piattaforma, che è stata sviluppata dall’associazione culturale Scannagallo di Pozzo della Chiana e dall’agenzia milanese Impersive offre, in questo primo step, la possibilità di immergersi nei dipinti.

“Oggi scopriamo un nuovo modo di conoscere e di comunicare – spiega Cinzia Cardinali, direttore dell’archivio di Stato -. Poter vivere le scene delle Biccherne ci consente addirittura di fare un ulteriore passo in avanti e di rendere accessibile a chiunque certi argomenti. All’inizio c’era un po’ di paura, come è giusto che sia quando ci si trova di fronte alla tecnologia, ma abbiamo ritenuto necessario andare avanti e scoprire cose nuove”.

Attualmente sono stati realizzati solamente tre filmati immersivi, che si possono vedere tramite i visori, ma entro giugno saranno realizzate anche altre scene delle Biccherne. Inoltre, il progetto, prevede una vera e propria espansione in tutta la regione e dunque non vuole fermarsi solamente a Siena.

“La realtà virtuale – spiega Alessio Bandini, responsabile degli eventi dell’Associazione Scannagallo – permette di creare contenuti con cui rivivere i grandi avvenimenti storici del nostro Paese dal punto di vista dei protagonisti. Il progetto permette di offrire ai visitatori dell’Archivio di Stato un’esperienza immersiva, multisensoriale e tridimensionale dove gli utenti vengono trasportati direttamente all’interno dei fatti raccontati e dei luoghi visitati per un reale incontro con la storia, con una tecnologia estendibile al servizio del patrimonio culturale italiano e delle rievocazioni storiche”.

“Entro giugno arriveremo a cinque contenuti almeno – commenta Guido Geminiani, amministratore delegato di Impersive -. Spesso utilizziamo questa tecnologia nel mondo della moda, per la creazione di vestiti o accessori ed anche qui abbiamo dovuto riprendere i costumi di un tempo, le armature e gli oggetti. Per cui il lavoro è stato ancora più stimolante, perché oltre al singolo abito si nasconde dietro una storia millenaria che ci ha portato ai giorni nostri”.

Pietro Federici

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