Tra gli allestimenti anche quello di Cesare Olmastroni. Un omaggio della città a un’artista che ha lasciato una traccia indelebile
Produzione culturale e fruizione; tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali; lavoro e cultura. E’ questo l’obiettivo perseguito dall’assessorato alla Cultura con la rassegna “ArteSiena”, ospitata, anche per questa sua seconda edizione, negli spazi espositivi di Palazzo Patrizi (via di Città, 75).
Dopo il successo ottenuto nello scorso anno l’Amministrazione comunale propone, nuovamente, una serie di allestimenti, ad ingresso gratuito, con i quali, come ha fatto presente l’assessora alla Cultura «rendere omaggio alla creatività e professionalità espressa dalla nostra realtà territoriale e, al contempo, renderle visibili alla città e ai suoi tanti visitatori in un periodo durante il quale Siena è un’importante e frequentata meta turistica. Ogni produzione in mostra rappresenta un viaggio conoscitivo dell’artista, un’esplorazione che prende vita attraverso un linguaggio figurativo capace di innescare un dialogo tra l’opera e lo spettatore».
“ArteSiena” si propone ai vari pubblici come punto d’incontro e di dialogo. Un luogo aperto all’arte per raccontare la vita e il mondo, perché ogni artista procede in una ricerca interiore, in un cammino di esplorazione, con la capacità di agire sulle emozioni.
Ad aprire la kermesse artistica sarà la fotografia di Marcello Stefanini. Due allestimenti in parallelo: “Terra senza ombra” e “Forme nell’albero” (14-30 aprile). Una cinquantina di scatti a colori dove il soggetto è la natura. A catturare l’obiettivo di Stefanini il paesaggio delle crete alle porte di Siena, e gli alberi. Citando le recensioni di Antonio Prete: “L’arte fotografica come approssimazione al segreto della natura”.
Il tema della natura ritorna, con forza, con la 13^ mostra internazionale di opere d’arte realizzate con materiali di scarto. Si tratta di “RiartEco 2017. Il riconoscimento al rifiuto” che, dopo Cosenza, Roma, Pesaro, farà tappa a Siena (4-10 maggio), per poi proseguire per Genova e Milano. Le creazioni di 80 artisti e l’installazione di Geo Florenti, ospite d’eccezione, che, sul tema scelto per questa edizione: ART (r)EVOLUTION, vogliono innescare un cambiamento di tendenza, una rivoluzione pacifica, per sensibilizzare la società ad adottare modelli sostenibili. Consumare meglio, produrre meno rifiuti e, soprattutto, recuperarli e riutilizzarli.
“17x17x17. Siena la città delle stelle” (20 maggio-4 giugno) è, invece, il progetto artistico-culturale che, ispirandosi e prendendo il nome dal libro dell’architetto Mario Tassoni, coinvolge l’estro creativo di 17 artisti, molti dei quali senesi, per realizzare 17 opere, una per ciascuna Contrada. Suggestivi richiami alle costellazioni vengono contaminati da efficaci interazioni figurative con l’iconografia paliesca e la toponomastica cittadina. Una vera e propria opera di Land Art che si sviluppa in un viaggio alla ricerca del mito della città e attraverso la ricostruzione ideale della sua parte “invisibile”.
Con “Delizia istintiva” (9-25 giugno) Alessandro Grazi incentra l’attenzione su argomenti a sfondo umano e sociale di grande attualità.
Cronache di vita scritte con il pennello per denunciare i grandi problemi e drammi che affliggono la nostra contemporaneità. Le opere oltre a rappresentare “scrivono”. Ciascuna, infatti, è connotata da una frase o da una parola che esplicitano il pensiero dell’artista. In esposizione i lavori più recenti, insieme ad alcuni in prima visione assoluta.
Usando i suoi soggetti preferiti: l’uomo, il cavallo e le vicende dell’umanità Carlo Sassi con l’allestimento “Cattedrali, Cavalli e Cavalieri” (28 giugno – 23 luglio) dà origine ad una riflessione dinamica sull’esistenza dell’uomo. Con la sua creatività eclettica, che spazia dalla pittura alla scultura, dal disegno alle fusioni in bronzo e metalli preziosi, bassorilievi in ceramica invetriata, incisioni e acqueforti, offrirà una lettura sensibile e idealizzante delle virtù umane e dei simboli, contenitori di significato che accompagnano la vita delle persone.
Ispirandosi alla Metamorfosi, il capolavoro del poeta latino Ovidio, Fabio Mazzieri con “In avvicinamento” (24 agosto-4 settembre) espone 24 tele (70×70) che rappresentano lavori realizzati dal 1970 al 2017. “A narrare il mutare delle forme in corpi nuovi mi spinge l’estro. O Dei, se vostre sono queste metamorfosi, ispirate il mio disegno, così che il canto dalle origini del mondo si snodi ininterrotto sino ai miei giorni”.
A seguire “Una vita tra i pennelli” (28 luglio-20 agosto) di Cesare Olmastroni. Un titolo, scelto personalmente dall’amato pittore senese, recentemente scomparso, che ben delinea l’amore per l’arte che ha accompagnato ininterrottamente la sua vita. Amava definirsi un “artigiano del pennello”, e con la stessa dedizione e passione di un artigiano di altri tempi ha lasciato alla città di Siena le sue testimonianze artistiche.
Olii, pastelli a cera e a olio, acrilici, matite, pigmenti e tecniche miste per creare “Brevi viaggi per mare” (9 – 20 settembre), di Laura Tondi. Viaggi immaginari, immaginati. Suggestioni di viaggi realmente fatti o visti fare. Il mare come metafora del cammino della vita. Colmo di odori, colori e suoni, con il suo moto continuo e incessante. Calmo e placido o, d’improvviso, cupo e minaccioso. Isole che non stanno mai ferme, naviganti e naufraghi da incontrare; barche e vascelli che lasciano il porto sicuro e salpano verso il largo sperando di incontrare di nuovo una terra. In parallelo all’allestimento Tondi appronterà un piccolo laboratorio di incisione aperto al pubblico.
A chiudere ArteSiena sarà Inge Lise Rasmussen con un racconto fatto con 28 acquarelli e intitolato “Groenlandia: la terra dell’infinito silenzio blu” (22 settembre – 3 ottobre). Le impressioni e le fascinazioni di un viaggio in una terra maestosa ricreate con tanti pigmenti di colore blu nelle varie sfumature, un po’ d’ocra e di verde, per riprodurre il cromatismo della più grande isola del mondo durante il periodo estivo.
In mostra anche altre opere, nate dopo viaggi effettuati dall’artista in Perù, Thailandia e Argentina.
La conferenza è terminata con un applauso a ricordo di Cesare Olmastroni; all’appuntamento era presente il figlio Duccio che, con grande commozione, ha informato i presenti di come «il babbo fosse stato lusingato per la proposta ricevuta dall’assessora Vannozzi per questa personale». «Era incredulo sul fatto che le sue opere potessero essere esposte e ammirate. La sua modestia gli faceva vedere tutto questo con gli occhi di un bambino, occhi ingenui e pieni di entusiasmo, lo stesso entusiasmo con cui aveva iniziato a raccogliere le creazioni che avrebbe esposto«.
La mostra, postuma, di Cesare Olmastroni rappresenta per la città tutta l’occasione per mantenere viva la sua persona e la sua arte attraverso la sua sapiente tavolozza di colori.