Questa è davvero l’occasione giusta che ho per tornare a visitare la Galleria degli Uffizi di Firenze dopo qualche decennio. Fino al 17 settembre è stata infatti allestita – in una serie di nuove sale al piano terra – la mostra “Riviste. La cultura in Italia nel primo ‘900”, con un itinerario espositivo ricco di oltre 250 pezzi tra edizioni originali delle riviste, libri, manifesti, fogli, copertine, caricature ed una accurata selezione di dipinti, disegni e sculture di un periodo in cui il dibattito culturale visse una incredibile fase di vivacità.
Rileggere i nomi degli intellettuali che animarono le riviste di quei quattro decenni (1903-1944) è davvero impressionante. Nel solo 1903 a Firenze vennero fondate “Leonardo” di Giovanni Papini e Giuseppe Prezzolini ed “Il Regno” di Enrico Corradini, mente a Napoli furono Benedetto Croce e Giovanni Gentile a pubblicare il primo fascicolo de “La Critica”.
La mostra (info), cui si accede con il biglietto della Galleria degli Uffizi, dedica poi un grande spazio a quella che viene considerata, ed effettivamente fu, la più importante rivista culturale della storia italiana: “La Voce” di Giuseppe Prezzolini. Appena otto anni di vita (1908-1916), ma con una qualità di interventi che ne fa ancora oggi una lettura imprescindibile ed inevitabile per chiunque voglia studiare e capire questa nostra Italia. Gli scritti di Gaetano Salvemini e Benedetto Croce, Luigi Einaudi e Giustino Fortunato, Giovanni Amendola ed Emilio Cecchi conservano una fortissima carica di attualità, con analisi, inchieste, numeri unici e feroci polemiche, di cui si avverte ancora l’effetto dopo oltre un secolo.
Non meno forte fu l’impatto di un’altra rivista sempre fiorentina, “Lacerba” di Giovanni Papini, Ardengo Soffici ed Aldo Palazzeschi. Durò soltanto due anni, ma fu la culla della cultura futurista – con gli articoli di Filippo Tommaso Marinetti, Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Carlo Carrà e Corrado Govoni – ma anche il luogo dove Giuseppe Ungaretti e Dino Campana pubblicarono le loro poesie. Importante ricordare che “Lacerba” pubblicò il suo ultimo numero il 22 maggio 1915, due giorni prima dell’entrata dell’Italia nella Prima guerra mondiale, con un editoriale di Papini intitolato Abbiamo vinto!
La mostra dedica poi spazio ad una rivista forse meno conosciuta, ma non meno influente: «Valori plastici». Anche qui una breve durata (1918-1921) ma una fortissima influenza culturale attraverso i decenni, con gli articoli di Giorgio De Chirico e soprattutto del fratello Alberto Savinio sulla pittura metafisica, il ritorno al classicismo pittorico e l’esaltazione della cultura figurativa italiana del Trecento e del Quattrocento.
Il percorso di “Riviste. La cultura in Italia nel primo ‘900”si snoda poi tra titoli leggendari, come “Energie Nove” di Piero Gobetti, “L’Ordine Nuovo” di Antonio Gramsci e Palmiro Togliatti, “Il Selvaggio” di Mino Maccari e “L’Italiano” di Leo Longanesi.
Roberto Guiggiani