E’ rimasto sepolto per secoli. Poi alcuni anni fa la scoperta e gli scavi. E’ il primo museo open air italiano dedicato all’alto medioevo che sta piano piano emergendo a Poggibonsi nella Valdelsa senese. Si tratta dell’Archeodromo della Fortezza di Poggio Imperiale.
Un’esperienza unica e immersiva, un viaggio nel passato al tempo di Carlo Magno al cui interno è possibile ammirare un villaggio del IX-X secolo ritrovato dagli archeologi dell’università di Siena. Oggi ha il supporto di diverse istituzioni: Comune di Poggibonsi con Fondazione Musei Senesi, Regione Toscana e l’apporto scientifico e pratico dell’Università di Siena.
“Nell’ottobre 2014 – sottolinea il sindaco di Poggibonsi David Bussagli- abbiamo aperto la prima porzione del villaggio a cui hanno fatto seguito altre fasi di lavoro grazie all’attivazione di molteplici sinergie e collaborazioni. Fasi sempre accompagnate da una crescente partecipazione. L’Archeodromo ha saputo raccogliere e sollecitare – non manca di far notare Bussagli – attenzione mediatica, interesse accademico e scientifico, e ha saputo attrarre visitatori e turisti. In breve è diventato meta importante per gli studenti di tutta Italia ed è oggetto di un percorso di digitalizzazione dei contenuti per una valorizzazione anche virtuale”.
In sostanza il visitatore ha la possibilità di vedere in prima persona, come scorreva la vita di quel lontano periodo, capire usi, religione costumi, mestieri, modi di vestire, di mangiare, di lavorare dove il villaggio non è una semplice rappresentazione ma qualcosa di vitale e reale. Un progetto comunque ancora in fase di aggiornamento. Un passato che l’Archeodromo valorizza facendo rivivere la zona della Fortezza, costruita tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento da Lorenzo il Magnifico con lo scopo di rafforzare le difese territoriali del dominio fiorentino.
“L’attività – prosegue Bussagli – anche quella legata agli eventi di animazione che costantemente vengono realizzati, ha risentito in maniera importante della pandemia”. Tuttavia ora si procede spediti. “Adesso la necessità è quella di procedere verso la realizzazione di nuove porzioni del villaggio e verso il suo completamento. Per questo – aggiunge – come Comune ci stiamo muovendo per reperire finanziamenti utili a sviluppare un progetto che può contare su una squadra di appassionati e professionisti guidata dal professor Marco Valenti. Si tratta di progetto di archeologia pubblica diventato fulcro di una progettualità di lungo respiro che riguarda Poggio Imperiale e in cui storia e identità diventano leve di crescita e di sviluppo”.
Il professor Valenti, direttore scientifico dell’Archeodromo, ricorda come gli scavi sulla collina di Poggio Imperiale “siano una delle più importanti scoperte nelle indagini ventennali dell’Università di Siena. In una sequenza insediativa di oltre 8 secoli, di grande rilievo e ben nota a livello scientifico europeo – spiega l’archeologo – è la fase del villaggio di capanne del nono-metà decimo secolo ad oggi sono 6, su un totale di 17, le sue componenti ricostruite tra ottobre 2014 e 2019”.
Un progetto che si fonda sulla ricostruzione delle strutture, su azioni di archeologia sperimentale, sulla riproposizione di tecnologie antiche, scene reali di vita quotidiana in periodo carolingio, narrazione-interpretazione. “Gli archeologi impiegati qui, il personale universitario – precisa Valenti – sono protagonisti in ognuna delle attività elencate, per comunicare e divulgare i risultati della ricerca attraverso forme dirette al grande pubblico”.
L’Archeodromo dunque è un luogo vivo dove si vive e si racconta la storia in modo non tradizionale .Al pubblico che arriva al villaggio viene garantita assicura il professore “l’emozione di un’esperienza immersiva, favorendo processi di apprendimento che sfruttano le capacità sensoriali e dei registri comunicativi accattivanti ma non banalizzati