“Il buon secolo della pittura senese. Dalla maniera moderna al lume caravaggesco” è divisa in tre sezioni: Montepulciano, Pienza e San Quirico d’Orcia
Questo sabato aprirà a Montepulciano una mostra dedicata a “Il buon secolo della pittura senese. Dalla maniera moderna al lume caravaggesco”. A curarla un’ampia équipe di esperti.
Si tratta di un progetto nato dalla volontà di numerose istituzioni, territoriali e non, con l’obiettivo di mettere finalmente in luce gli interpreti della pittura in terra di Siena tra gli inizi del ‘500 e la metà del 1600. Un buon secolo, appunto, come lo definì lo storico dell’arte Luigi Lanzi, che vide artisti di eccellente e spesso notevolissimo livello, ancora oggi solo in parte compiutamente studiati e conosciuti.
La mostra sarà articolata in tre diverse sezioni, divise cronologicamente in relazione alla presenza di opere d’arte già esistenti in loco e rappresentative di alcuni maestri del tempo.
Domenico Beccafumi, l’artista da giovane
MONTEPULCIANO, Museo Civico Pinacoteca Crociani
A cura di Alessandro Angelini, Roberto Longi
La mostra prende le mosse dalla tela con Santa Agnese Segni, conservata al Museo Civico di Montepulciano. Essa è infatti collegabile ad un documento che attesta la presenza nella città del Poliziano nel 1507 del giovane pittore Domenico di Jacomo di Pace, al seguito del podestà Lorenzo Beccafumi, di cui più tardi lo stesso artista avrebbe adottato il cognome.
Il percorso illustra le testimonianze che hanno reso possibile il felice riconoscimento del dipinto come opera del giovane Beccafumi e offre uno spaccato di grande interesse sulla storia politica della Montepulciano rinascimentale e sulla fase giovanile, finora assai incerta, del grande pittore senese e dei suoi rapporti con altri artisti, come Girolamo Genga, Fra’ Bartolomeo, Andrea del Brescianino, Girolamo del Pacchia e Lorenzo di Mariano detto il Marrina.
Sabato 18 e domenica 19 marzo, in occasione della manifestazione “Cioccolando” e dell’inaugurazione della mostra “Il Buon Secolo della Pittura Senese”, a Montepulciano ci sarà una apertura straordinaria della torre del Palazzo Comunale. Orario, dalle 10 alle 18.
Dal Sodoma al Riccio: la pittura senese negli ultimi decenni della Repubblica
SAN QUIRICO D’ORCIA, Palazzo Chigi Zondadari
A cura di Gabriele Fattorini, Laura Martini
La monumentale Madonna col Bambino e i santi Leonardo e Sebastiano di Bartolomeo Neroni detto il Riccio, conservata nell’oratorio della Misericordia di San Quirico d’Orcia e databile verso la metà del Cinquecento, offre l’occasione per allestire una mostra che – mettendo insieme pale d’altare, testate di bara, dipinti per devozione privata e di soggetto mitologico – focalizza l’attenzione sulla scena artistica senese nel periodo che dal Sacco di Roma (1527) condusse alla fine della Repubblica (1559). L’esposizione riserva una particolare attenzione al Riccio e alla tarda attività del Sodoma, senza dimenticare altri maestri di primo piano di quel tempo: dal peruzziano Giorgio di Giovanni al presunto Giomo del Sodoma, da Domenico Beccafumi a Marco Pino.
Francesco Rustici detto il Rustichino, caravaggesco gentile
PIENZA, Conservatorio San Carlo Borromeo
A cura di Marco Ciampolini, Roggero Roggeri
La presenza, nella chiesa di San Carlo Borromeo a Pienza, di una pala di Francesco Rustici detto il Rustichino raffigurante la Madonna col Bambino e i santi Carlo Borromeo, Francesco, Chiara, Caterina e Giovanni Battista, permette di costruire attorno a quest’opera un’interessante esposizione riguardante principalmente l’attività di questo abile pittore, poco noto al grande pubblico, da considerarsi uno dei maggiori esponenti del naturalismo caravaggesco a Siena. La mostra ne presenta numerosi capolavori, riuniti insieme per la prima volta, e illustra l’ambiente familiare in cui avvenne la prima formazione del pittore, con dipinti di Alessandro Casolani e Vincenzo Rustici, proponendo anche opere di quelle personalità artistiche che tanta importanza ebbero nella sua evoluzione stilistica, quali, Orazio Gentileschi e Antiveduto Gramatica. A seguire, una rassegna di dipinti eseguiti da pittori senesi suoi contemporanei come Rutilio e Domenico Manetti, Bernardino Mei, Astolfo Petrazzi e Niccolò Tornioli che, in misura diversa tra loro, subirono l’influsso della pittura naturalista.
Tutte e tre le sezioni, ed è una caratteristica importante del progetto, si aprono al territorio. Invitano cioè il visitatore alla scoperta di altre opere custodite in pievi, monasteri, conventi, musei, palazzi, piccoli borghi del meraviglioso territorio della Val d’Orcia fino, idealmente, alla città di Siena. Un’occasione imperdibile per chi voglia scoprire i tesori conservati nei luoghi più segreti e suggestivi di questa magnifica terra.
Le circa ottanta opere in mostra provengono da prestigiose collezioni pubbliche e private, chiese e istituti religiosi e vogliono restituire ai visitatori una visione quanto più esaustiva di un secolo denso di affascinanti protagonisti ed espressioni artistiche rilevanti. L’iniziativa riunisce inoltre numerose istituzioni e dà voce alla volontà condivisa di valorizzare non solo un momento dell’arte senese attraverso la mostra, ma anche le collezioni permanenti dei musei e i monumenti che costellano le Terre di Siena.
La mostra nasce da un’idea della Fondazione Musei Senesi fatta propria dai Comuni di Montepulciano, Pienza e San Quirico d’Orcia, in collaborazione con Vernice Progetti Culturali, con il Polo Museale Toscano e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, con l’Arcidiocesi di Siena, Colle di Val d’Elsa e Montalcino e la Diocesi di Montepulciano, Chiusi e Pienza, con l’Università degli Studi di Siena, Dipartimento Scienze Storiche e dei Beni Culturali, con il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Siena e dei Comuni di Asciano, Buonconvento, Castiglione d’Orcia, Montalcino, Sarteano, Siena, Sinalunga, Torrita di Siena, Trequanda.