Avec et sans paroles: recital chitarristico, tra musica e poesia, di Giovanni Puddu al Chigiana festival

Lunedì 21 agosto alle ore 21:15, nel Salone dei concerti di Palazzo Chigi Saracini, a Siena, Giovanni Puddu è protagonista del Chigiana International Festival & Summer Academy “Parola”, con uno straordinario recital dedicato al rapporto tra la musica e la parola poetica. Docente all’Accademia Chigiana del corso di “Chitarra e nuova musica per Chitarra” dal 2020, cultore appassionato, attivamente impegnato sul versante dell’estensione del repertorio chitarristico contemporaneo, grazie all’assidua frequentazione dei compositori della nuova generazione, Puddu è interprete di rilevanza internazionale, ultimo erede di una “legacy” chitarristica che affonda le radici nella storia dell’Accademia Chigiana: è stato infatti allievo alla prestigiosa Istituzione senese di Oscar Ghiglia, designato quale continuatore dell’insegnamento di Andrès Segovia, tra i primissimi ospiti del Conte Guido Chigi Saracini, fondatore dell’Accademia.

Il programma del concerto spazia, in una costante ricerca di connessioni, molteplici e nel tempo mutevoli e sfuggenti, tra letteratura, poesia e musica, dall’Ottocento di Franz Schubert (Vienna 1797 – 1828), Felix Mendelssohn Bartholdy (Amburgo 1809 – Lipsia 1847) e di Mauro Giuliani (Bisceglie 1781 – Napoli 1829) per arrivare al Novecento, con un capolavoro della musica letteraria, Platero y yo di Mario Castelnuovo-Tedesco (Firenze, 3 aprile 1895 – Beverly Hills, 16 marzo 1968) su testo lirico dell’autore Premio Nobel José Ramón Jiménez, eseguito nell’edizione in lingua originale, con la partecipazione dell’attore Manuel Ferreira, voce recitante.

La serata si apre con alcune delle trascrizioni per chitarra a cura di Johann Kaspar Mertz (Presburgo, 17 agosto 1806 – Vienna, 14 ottobre 1856) di celebri lieder schubertiani, tratte da una collezione di sei brani: Lob der Tränen (Elogio delle lacrime) D. 711 b, Aufenthalt (Fermata) e Ständchen (Serenata) D.957. Qui è la parola poetica rispettivamente di August Wilhelm von Schlegel, di Ludwig Rellstab, di Franz Grillparzer, autori delle liriche dei lieder, in questo caso “senza parole”, a farsi sentire – paradossalmente – ancora più chiaramente, attraverso la musica, che esprime con rara efficacia la tristezza, la desolazione ma anche la speranza di una rinascita, resa possibile pianto, nei primi due casi, la dolcezza e soave serenità di una serenata notturna, nell’ultimo.

In Lob der Tränen è interessante notare come l’inizio oscilli in modo ambivalente tra due tonalità: sol minore e re maggiore. La melodia è di carattere quasi italiano e magicamente si colloca tra gioia e malinconia in quello spazio che solo le lacrime hanno. I due Lieder successivi, Aufenthalt (Fermata) e Ständchen (Serenata) sono entrambi parte della raccolta, postuma e pubblicata dal fratello di Franz, Schwanengesang (Il canto del cigno). Ma se inAufenthalt il canto è spigoloso mentre gli ansiosi ribattuti ricordano il celebre Lied Erlkönig – usando le parole di Goethe per l’ultima scena del Faust ci troviamo tra “Gole montane. Bosco, rupi, solitudine” – Ständchen, probabilmente il più noto dei Lieder schubertiani, è una serenata notturna e malinconica. L’accompagnamento, a metà tra legato e staccato come avviene spesso nella scrittura pianistica di Schubert, ha una magnifica resa nella versione per chitarra di Mertz.

E alla produzione pianistica di Schubert che Mertz infatti s’ispira nella sua attività compositiva, più in generale, a differenza di Mauro Giuliani, che – come molti altri suoi colleghi, compositori e chitarristi, coevi – guarda a Rossini, cui dedica infatti le sei Rossiniane, di cui ascolteremo la n.2 op.120, in chiusura di programma. Serie di sei pot-pourri interamente basati su musiche di Gioachino Rossini, le Rossiniane venivano spesso suonate in pubblico dall’autore, con grande successo di pubblico, assolvendo così all’importante compito di divulgare e tramandare l’opera rossiniana, con le sue melodie – sebbene qui sfrondate dalle parole- destinate a diventare immortali. Rossini non solo era al corrente del progetto ma in qualche modo vi collaborò offrendo a Giuliani alcuni temi originali. Giuliani dal canto suo era consapevole che questi brani rappresentavano nella sua produzione e nel panorama musicale del tempo una novità, “di uno stile giammai conosciuto”.

Il poema Platero y yo (Platero e io) è uno dei pezzi lirici più emblematici scritti in spagnolo. Si articola in 138 capitoli la cui trama ruota attorno alle avventure di un giovane contadino andaluso in compagnia di un asino, Platero, amichevole ed eloquente. I suoi versi descrivono sentimenti, paesaggi, esperienze e comportamenti tipici della società rurale spagnola all’inizio del XX secolo. Jiménez ha chiarito più volte che non si tratta di un diario personale “romanzato”, ma l’emozione evidente e riaffermata dall’autore che ne traspare è l’amore manifestato verso la sua terra natale. Favola soave come il suo protagonista, scritta per gli adulti a cui parla come “bambini cresciuti troppo in fretta”, Platero y yo risuonò anni dopo nell’immaginazione del compositore Mario Castelnuovo-Tedesco che, nel 1960, ne mise in musica ventotto capitoli, scelti tra i più belli e significativi, creando un’opera per voce narrante e chitarra di estrema complessità e splendida leggerezza. Un felice incontro tra letteratura poetica e musica letteraria per un piccolo-grande capolavoro teatrale del Novecento. La composizione è dedicata a Aldo Bruzzichelli, chirarrista ed editore amico fraterno del compositore.

Prima di concludersi sulle note di Giuliani, il programma prosegue con una selezione dai Lieder ohne Worte di Felix Mendelssohn, che comprende alcuni numeri tratti da 3 delle 8 raccolte composte tra il 1829 e il 1845: i Lieder op.62 n.6; op.62 n.27; op.30 n.3; op. 19 n.2; op.19 n.6. La romanza senza parole, dal tipico andamento di melodia accompagnata, di breve durata e senza forma prestabilita, si dimostra particolarmente abile nell’esprimere i sentimenti dell’animo umano senza ricorrere a versi e rime. Molto spesso, le “Romanze senza parole” sono l’omaggio offerto da Mendelssohn a parenti ed amici in particolari occasioni, come, ad esempio, la prima, composta nel 1828 e regalata alla sorella Fanny per il suo compleanno. Fino al 1845, Mendelssohn ne scrive 48, pubblicate in otto raccolte di sei brani ciascuna. Le pagine sono scritte secondo lo schema ternario; a volte sono presenti brevi introduzioni, riproposte anche come coda. La struttura tecnica, proprio per la sua semplicità, lascia molto spazio all’espressione.

Biglietteria e informazioni
I biglietti dei concerti potranno essere acquistati, a partire dalla seconda metà giugno, on-line sui siti www.chigiana.org o www.TicketOne.it e presso le Biglietterie di Palazzo Chigi Saracini (tutti i giorni dalle 11:00 alle ore 18.00); inoltre il giorno del concerto la vendita proseguirà presso le rispettive sedi, a partire da due ore prima dello spettacolo.
Per consentire l’accesso agli spettacoli dal vivo di una ampia fascia di appassionati di musica, i biglietti avranno un prezzo unico di 15 euro (posti ridotti 10 euro), con prezzo speciale per gli studenti (5€); i concerti della sezione “Chigiana Factor” avranno tutti un prezzo di 5 euro.
I concerti in Piazza del Campo (19 e 22 luglio) e gli Appuntamenti Musicali saranno ad ingresso gratuito, con prenotazione obbligatoria e fino ad esaurimento posti.
Le riduzioni sono riservate ai giovani sotto i 26 anni e alle persone di età superiore ai 65 anni; sono previste offerte speciali per gli Abbonati MIV della stagione 2022/23 e per altri enti e istituzioni convenzionati.
Per Informazioni: tel. 0577-220922 oppure via e-mail: biglietteria@chigiana.org