Cultura

Barcellona, tempio del genio di Gaudì

Quando si parla di Barcellona è facile sentire un nome che risuona in testa, più forte di altri: Antoni Gaudì. E sia per quelli più avvezzi all’arte, sia per chi ne è completamente digiuno, questo nome evoca forme particolari, colori contrastanti e quel tripudio di genio e follia che contraddistingue le opere di uno dei massimi esponenti del Modernismo catalano.

Gemme incastonate per le strade della città, le opere di Gaudì spiazzano il visitatore con un tripudio di colori e forme.

Non si può, quindi, girare per Barcellona e perdersi la conoscenza di questo eclettico artista.

Alcune più famose di altre, ma la mano dell’architetto si può trovare sparsa in molti angoli della città:

La Sagrada Familia è sicuramente l’opera che subito viene in mente quando si parla di Gaudì. Un’enorme chiesa, un’opera d’arte sia dentro che fuori.

I lavori per la sua costruzione partirono nel 1882, un edificio iniziato in neogotico ma, una volta che Antoni Gaudì subentrò alla progettazione nel 1883, fu ridisegnato completamente.

Gaudì ha lavorato alla chiesa per tutta la sua vita (morì il 10 giugno del 1926 all’età di 73 anni dopo essere stato investito da un tram) ed ancora oggi i lavori per il suo completamento non sono finiti.

Secondo gli auspici del comitato promotore, l’opera potrebbe essere completata, nella migliore delle ipotesi, per il 2026, a 144 anni dalla posa della prima pietra, tuttavia il procedere dei lavori è discontinuo e dipende in larga parte dall’afflusso delle donazioni.

Ma se si vuole conoscere ancora meglio l’estro di Gaudì, ci sono ancora tante tappe da inserire nella lista del ‘cosa visitare a Barcellona‘. Tra queste, Casa Batlló, edificio dichiarato nel 2005 patrimonio dell’Unesco e che rappresenta una delle opere più originali dell’architetto.

Commissionata da un industriale del settore tessile, Josep Batlló, che affidò a Gaudì l’incarico di rimettere a nuovo il palazzo acquistato l’anno precedente.

La costruzione originale era uno spazio molto stretto e allungato e dalla forma rettangolare. Il lavoro di Gaudí, completato nel 1907, rivoluzionò la facciata principale, ampliando il cortile centrale ed elevando due piani inesistenti nella costruzione originale.

Al piano terreno sorgevano le scuderie, destinate successivamente a magazzini, e l’androne comune.

Il primo piano del palazzo, il cosiddetto piano nobile, fu destinato ad abitazione della famiglia Batlló mentre negli altri quattro piani furono ricavati otto appartamenti destinati all’affitto. La particolarità più d’impatto, è sicuramente il tetto che, come un’onda, rappresenta la schiena di un drago (il drago di San Giorgio, che è il simbolo della Catalunya).

Arianna Falchi

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Arianna Falchi

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