
Lunedì 10 febbraio 2025, alle 17, nel salone d’onore del Palazzo Arcivescovile di Siena si terrà l’evento “PENA E SPERANZA, La vita in carcere, le riforme necessarie”. È promosso dalla Fondazione Derek Rocco Barnabei in collaborazione con l’Arcidiocesi di Siena, Colle Val d’Elsa, Montalcino e rientra nelle iniziative giubilari.
Si parlerà delle tante criticità che affliggono i detenuti ed anche a sostegno della moratoria per ‘abolizione della pena di morte. Interverranno: il card. Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena – Colle di Val D’Elsa-Montalcino; Anna Carli, presidente della Fondazione D. R. Barnabei; Mario Marazziti della Comunità di Sant’Egidio; Giuseppe Fanfani, Garante dei detenuti per la Regione Toscana.
Con questo evento riprende attività la Fondazione Derek Rocco Barnabei. Forse non tutti lo ricorderanno, ma 27 anni fa Siena è stata autrice del primo grande movimento d’opinione on line in Italia contro la pena di morte. Uno dei primi al mondo utilizzando il web. Non riuscimmo a salvare la vita di Rocco ma proprio 3 anni fa la Virginia che lo giustiziò, ha abolito la pena di morte: un unicum per il sud degli Stati Uniti. Rocco fu giustiziato il 14 settembre del 2000. Nei 20 anni precedenti, le esecuzioni in Virginia furono 86, nei 20 anni successivi 26. Dal 2011 nessun imputato è stato più condannato a morte. Mi piace pensare che un po’ sia anche merito di Siena. E anche di Siena News! Proprio da questo giornale partì la campagna web “Save Rocco Barnabei” con una minuscola gif animata che sono riuscito a ritrovare in un vecchio computer e che vi ripropongo. L’appello on line fece il giro del mondo e raccogliemmo più di 50mila firme, un’enormità per l’epoca. Pensate che nel 1998 Siena News era uno dei pochissimi giornali on line d’Italia, in tutto non arrivavano a dieci e nessun quotidiano nazionale famoso era presente. Anche le immagini che ancora girano in rete di Rocco Barnabei sono state quasi tutte elaborate da Siena News. Furono riprese dal video di un servizio del Tg1 con una delle prime schede per catturare i fotogrammi e poi rielaborate, per quanto possibile, con Photoshop. Mentre La Repubblica con Maurizio Bologni, La Nazione con Pino di Blasio e il Corriere di Siena con Stefano Bisi rilanciavano il caso sui media tradizionali, io e David Rossi, all’epoca direttore responsabile di Siena News, ci occupavamo di tutta la parte web.
Il caso arrivò a Siena grazie alla sensibilità di una giornalista di America Oggi, l’allora quotidiano Usa in lingua italiana, che cercava informazioni su Rocco Barnabei, italo – americano di origini senesi. E fu l’allora sindaco di Siena Pierluigi Piccini ad avviare subito e con grande determinazione, un’indagine per scoprire se davvero ci fosse un collegamento con Siena. Dopo settimane di febbrile ricerca, il Comune scoprì che probabilmente era transitato da Siena il nonno di Rocco con il cognome Bernabei. Tanto ci bastò per provare a fare la nostra parte. Siena aprì il suo cor magis e fu una gara di solidarietà a cui aderirono velocemente l’onorevole Fabrizio Vigni, l’euordeputato e vicepresidente del Parlamento Europeo Roberto Barzanti, l’Università degli Studi e tanti altri. In Comune fu la vicesindaca Anna Carli a prendere a cuore la vicenda umana di Rocco Barnabei. Siena riuscì a mobilitare l’opinione pubblica, i media nazionali. Perfino il parlamento italiano, quello europeo e Papa Giovanni Paolo II fecero appelli al governo degli Stati Uniti per salvare il giovane italo americano condannato a morte. Anna Carli e Fabrizio Vigni, ancora oggi nella Fondazione che porta il nome di Rocco, si impegnarono al massimo. Portarono a Siena la mamma, Jane Barnabei, per presentare il libro del figlio “Io sono il mare”. Erano in diretta nazionale su Rai 3 a sperare in una grazia che si pensava possibile e che invece non arrivò mai, nella terribile sera del 14 settembre 2000. La storia dice che non ci riuscimmo, ma oggi sappiamo che ne è valsa la pena. In qualche misura da Siena è partito un movimento di opinione che non si è più fermato e ha convinto la Virginia ad abolire la pena di morte. Bentornata Fondazione Barnabei.
David Taddei