Bianchini: ‘Io che amo i tramonti delle Crete’

Primo nella classifica dei film più visti, nelle sale proprio in questi giorni, Io che amo solo te diventa non solo il titolo della languida canzone di Sergio Endrigo ma la prima esperienza che porta il giovane scrittore  Luca Bianchini su un set cinematografico. Un film che piace e che nasce da un libro scritto in terra di Siena.

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Allora, come ci si sente, scrittori di successo e con un film che è in testa alle classifiche?
“Una gioia inaspettata. Credo che il successo e prima ancora il film siano nati dall’affetto degli spettatori, dai lettori”.
Cosa ti emoziona di più?
“Confrontarmi con un pubblico trasversale. Ricevo apprezzamenti senza distinzioni di età o sesso, dagli adolescenti in su riscontro che ognuno dei lettori e degli spettatori trova in questa storia un pezzo del proprio cuore”.
La storia in effetti riesce a coinvolgere ed emozionare sotto molti aspetti…
“Beh, tu hai letto il libro e sai che si tratta di una storia sulle possibilità dell’amore. Dal grande amore, quello non risolto, quello di una vita, a quello improbabile e insicuro di due novelli sposi, a quello che tanti genitori custodiscono nel cuore soffrendo, fino all’amore tra genitori e figli o a quello adolescenziale e fresco dei giovani. Tutto questo, non volendo, concentrato dentro a una festa. Tutto ruota lì e tra quegli invitati”.

Perché la storia di Bianchini piace tanto? C’è bisogno di amore, la gente lo cerca al cinema?
“C’è sempre bisogno di amore. Credo che invece ora ci sia bisogno di verità. Essere veri e riuscire a tirar fuori le nostre emozioni è l’unica cosa che ci fa vincere paure e disagi e dubbi. Non è una frase fatta, è proprio così, essere liberi e veri ci aiuta nelle intenzioni e nella sostanza”.

Un matrimonio in Puglia. Tutto comincia lì. Eppure tu questo libro lo hai scritto a Siena…
“Il matrimonio è lì perché la storia è cominciata lì, sul mare. Non certo perché ora va di moda la Puglia. E sì, Trequanda in particolare, alla Fattoria Del Colle, nella parte più inesplorata forse della terra senese, sono riuscito a scrivere Io che amo solo te. D’altronde, dalla bellezza si trova sempre ispirazione”.

Siena potrà essere allora lo scenario del tuo prossimo lavoro?
“Chissà. Intanto rimane il mio buen retiro. Amo profondamente Siena e la sua provincia, in particolare le Crete senesi che sono ancora da scoprire rispetto al Chianti e alla Valdorcia. Ho girato gran parte di mondo ma posso garantire che i tramonti più belli li ho goduti sulle Crete”.

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Si dice di solito che il film non rende mai merito al libro da cui prende ispirazione. Cosa ne pensa l’autore?
“No, non vale in questo caso. Libro e film, nel mio caso, sono due cugine belle e diverse, con molte similitudini ma ognuna col proprio carattere. Il film, che ho seguito dall’inizio alla fine anche nella selezione degli attori, è libero come la storia narrata ed è un insieme di mondi difficili da immaginare insieme. Basti pensare a michele Placido, la Littizzetto, Alessandra Amoroso. Se ci pensi, non li vedi insieme in uno stesso film. Però sono i migliori in questo momento e sono stati scelti così. Ho voluto così per la mia creatura. Sono disorientato ma davvero felice. Quasi come Ninella e Mimì mentre ballano”.

Katiuscia Vaselli

(foto: Tramonto a Leonina, Crete Senesi di Antonio Cinotti)