Il film sceneggiato dal giornalista senese e diretto da Luca Verdone sarà proiettato venerdì nella Sala degli Specchi dell’Accademia dei Rozzi.
Dopo cinque anni anche a Siena sarà possibile vedere il film “La meravigliosa avventura di Antonio Franconi” diretto da Luca Verdone e sceneggiato insieme a Massimo Biliorsi. La pellicola, interpretata da Massimo Ranieri, Elisabetta Rocchetti, Orso Maria Guerrini e Sonia Aquino, narra la vita del leggendario pioniere del circo moderno, che si esibiva in Francia tra il 1783 e il 1800. Il film, che verrà proiettato venerdì alle 18 all’Accademia dei Rozzi, propone l’immaginaria rievocazione delle imprese di Antonio Franconi, le sfide impossibili di un cavallerizzo intento a realizzare uno spettacolo che contenga tutte le forme rappresentative sino ad allora conosciute. Il personaggio interpretato da Ranieri è il capostipite di una delle più grandi dinastie circensi, fondatore a Parigi del famoso Cirque Olympique. Massimo Biliorsi, che sarà presente alla proiezione insieme al regista, ci parla della pellicola.
Finalmente il film, prodotto nel 2011, verrà proiettato a Siena. Come mai c’è voluto così tanto tempo?
«Il cinema italiano produce molti film, ma poi la loro distribuzione è relativa. Tante pellicole vengono proiettate poche volte».
La sceneggiatura, scritta da lei e Luca Verdone, com’è nata?
«Suo babbo Mario aveva delle stampe splendide e un volume riguardanti Antonio Franconi. Ci è venuta quindi l’idea di ricostruirne la vita. Franconi è l’inventore del circo come lo vediamo ora. Ebbe l’intuizione di portarlo a giro per le città, quando precedentemente era stabile. Prima di Franconi era la gente ad andare al circo, con lui, invece, fu il circo che iniziò ad andare verso la gente. Alla sua epoca molti animali erano sconosciuti, quindi già il fatto di mostrare una giraffa o una scimmia era un evento pazzesco e nuovo. Il personaggio di Franconi nel film è interpretato da Massimo Ranieri, adattissimo alla parte in quanto istrione di categoria».
Franconi è un visionario o un lucido imprenditore?
«Era sicuramente un visionario. Se fosse stato un lucido imprenditore avrebbe vissuto meglio. Invece si lasciava conquistare dal gioco, dalle donne e da tutto ciò che poteva rendergli la vita difficile».
E’ un caso che una storia scritta da un senese come lei e dal figlio di un senese come Luca Verdone abbia come protagonista un uomo di cavalli?
«Non è un caso. Siamo partiti propri dall’amore per il cavallo ed è la cosa che ci ha intrigato di più. Tant’è vero che in una scena abbiamo fatto una citazione contradaiola, mettendo il cavallo a capotavola a una specie di pranzo».
Emilio Mariotti