L’Università di Siena nella classifica QS World University Rankings: sei materie in buona posizione internazionale e collocazione rilevante in Italia
Alla QS World University Rankings piace l’Università di Siena. Il nostro Ateneo ottiene un buon posizionamento nella classifica, che censisce 1.117 università del mondo su un totale di 4.438 valutate. Sei sono le materie e un’area con cui Siena entra nel ranking internazionale, con risultati molto positivi nel panorama italiano: Archeologia (tra 101 e 150, sesta in Italia), Linguistica (tra 151 e 200, quinta in Italia), Medicina (tra 301 e 350, ventesima in Italia), Farmacia e Farmacologia (tra 251 e 300, quindicesima nazionale), Economia e Statistica (tra 351 e 400, ventesima nazionale), Scienze Politiche e Studi Internazionali (tra 151 e 200, settima posizione in Italia), oltre all’area di Scienze della Vita e Medicina (tra 451 e 500, ventunesima in Italia).
Soddisfatto il rettore Francesco Frati, che, analizzando la classifica, ha messo in rilievo come sia nelle materie che entrano nel ranking internazionale sia in quelle che non totalizzano una posizione sufficiente per rientrarvi l’Università di Siena si attesti tra le migliori università italiane. «Tutte le nostre materie, non solo le sei che al momento compaiono nella classifica pubblica – ha sottolineato il rettore – sono tra la quinta e la trentatreesima posizione a livello italiano; tra le prime venti posizioni contiamo 17 materie e un’area scientifica, mentre abbiamo 6 materie tra le prime dieci posizioni. E’ importante inoltre rilevare che ad avere i primi posti sono per evidenti ragioni le grandi università, o le istituzioni specificamente votate alla ricerca. L’Università di Siena è l’unico Ateneo pubblico italiano di medie dimensioni a distinguersi nella classifica delle materie in cui è stata censita internazionalmente. Nonostante l’ottimo risultato stiamo lavorando per migliorare la nostra posizione».
Il ranking per materie di QS censisce 29 materie per l’Università di Siena. Nella classifica vengono considerati indicatori oggettivi, come la produzione scientifica dei docenti, il numero di citazioni, il rapporto tra docenti e studenti, ma anche dati come la reputazione accademica, l’indice di occupazione dei laureati e l’opinione dei datori di lavoro.