Il gruppo Pd composto da Alessandro Masi, Luca Micheli, Giulia Periccioli e Bruno Valentini ha presentato un’interrogazione urgente relativa all’installazione, in piazza Jacopo della Quercia di un modello tridimensionale in scala dell’artista Edoardo Tresoldi.
Come ha illustrato Valentini “con deliberazione dello scorso 26 luglio la giunta ha accolto la proposta della società milanese Sub Divo Srl per una spesa di 150 mila euro per un servizio di progettazione finalizzato alla predisposizione degli elaborati del progetto definitivo, che ha per obiettivo la riproduzione del Duomo incompiuto del Trecento attraverso una istallazione temporanea alta decine di metri e costituita da reti metalliche”.
Un progetto che “comporterebbe un costo di circa 2 milioni di euro, da coprire con sponsor privati ad oggi non individuati”. Il consigliere ha ricordato che Tresoldi aveva già esposto a Siena, durante gli eventi del 2015 per Siena Capitale della Cultura, con un’opera pagata dal Gruppo Ferrovie dello Stato e che un’opera dell’artista installata a Reggio Calabria per circa un milione di euro, ha dovuto essere prima transennata e poi messa in sicurezza perché le colonne metalliche minacciavano di cadere per il vento.
Ravvisando l’urgenza di avere chiarimenti in merito “perché le notizie stampa stanno sollevando confusione e malumore in città, dove famiglie e imprese fanno i conti con la crisi economica e non comprendono la spesa di questa iniziativa, oltre ai dubbi sulla compatibilità con il delicato contesto in cui è immaginata”, ha chiesto informazioni su una serie di punti. “Se non si ritiene eccessivo un costo di due milioni per un’installazione a carattere temporaneo; se vi è ragionevole certezza di reperire le risorse finanziarie che mancano e senza le quali i 162 mila euro già impegnati sembrerebbero solo uno spreco ingiustificato, al limite del danno erariale, e comunque se tale eventuale spesa trova un riscontro nel bilancio pluriennale dell’ente; se è vero che l’obiettivo è quello di realizzare un modello alto alcune decine di metri del Duomo Nuovo del quale autorevoli studiosi dicono non esistere il progetto originale e, quindi, senza poter rispettare alcuna ricostruzione credibile, bensì solo immaginata dall’artista”. Infine “se si è certi di installare un’opera così voluminosa in uno spazio urbano ed architettonico la cui bellezza è proprio legata al vuoto del Duomo incompiuto e se, nel caso non si rinunciasse al progetto, come garantire la sicurezza della struttura e la convivenza con le attività ivi svolte dalla Contrada dell’Aquila”.
A rispondere, vista l’assenza del sindaco De Mossi, è stato l’assessore alla cultura Pasquale Colella che ha evidenziato come il progetto Tresoldi sia un progetto speciale che, fin dalla sua ideazione “oltre un anno fa è sempre stato curato esclusivamente dal primo cittadino. Dalla verifica fatta con gli uffici preposti posso riportare che, al momento, si tratta solo di un embrione di progetto”. La giunta con il suo atto ha dato indirizzo per gli opportuni approfondimenti tecnici, in primis sulla sostenibilità economica e poi sulla progettazione esecutiva “che avverrà solo ed esclusivamente se saremo in grado di assicurare sponsorizzazioni private esterne, in particolare a livello nazionale che potrebbero essere interessate a convergere sul territorio per un’operazione di questa natura e che altrimenti non saremmo mai in grado di intercettare”.
Colella ha quindi ripercorso i vari passaggi deliberativi, iniziati, come ha teso a sottolineare “un anno prima del mio ingresso in giunta”. Dall’atto del marzo 2021 con il quale è stata approvata la realizzazione del modello tridimensionale in scala, funzionale a un’autonoma esposizione come opera d’arte da collocare in piazza Jacopo della Quercia “e per il quale oggi occorre approfondire la progettazione per capire i reali costi e i dettagli tecnici”, alla seconda delibera del 2022 nella quale è evidenziato l’impegno del Comune “per un piano di fundraising atto a finanziare la realizzazione. Solo a fronte di una copertura totale di sponsor l’opera sarà portata vanti. Questa delibera ha valore di mero atto di indirizzo ai sensi dell’art. 49 del D.lgs 267/2000”. L’assessore ha quindi rimarcato che “l’impegno di spesa relativo all’ulteriore approfondimento tecnico per 139 mila euro sarà preso esclusivamente se ci saranno risorse esterne per la copertura dell’intero costo. A oggi nessuna obbligazione giuridicamente vincolante risulta assunta da questa amministrazione”.
Per quanto concerne “gli obiettivi, le modalità di realizzazione e la filosofia che sostengono il progetto sarà cura del sindaco, se il progetto troverà sostenibilità economica e progettuale, illustrare gli stessi alla città”.
Concludendo che “l’amministrazione ha attivato rapporti e confronti con tutti gli attori istituzionali e con il mondo delle Contrade affinché l’iniziativa sia condivisa e partecipata da tutti, così da offrire l’opportunità di creare un percorso di coinvolgimento attivo della cittadinanza e definire una narrazione che non si focalizzi solo sull’opera, ma anche sulla sua costruzione all’interno della città. In particolare obiettivo di questa amministrazione è rendere la Contrada dell’Aquila protagonista del progetto, a tal fine con la stessa vengono e verranno condivisi obiettivi e dettagli tecnici”.
Bruno Valentini nel dichiararsi soddisfatto “nell’apprendere che questo fantasmagorico progetto sarà realizzato solo se si trovano sponsor a copertura delle spese”, ha, invece, espresso insoddisfazione sul modus operandi. “Non è un rapporto serio quello allacciato con l’artista – ha sottolineato – visto che sarà pagato solo se si trovano mecenati. Il sindaco gestisce le politiche culturali come un giochetto, l’arte contemporanea non è estemporanea. È necessario, infatti, costruire un lavoro collettivo con il coinvolgimento della città perché l’opera rappresenta solo il prodotto finale. Spero che questi soldi non si spendano”.