Uno stornello, “Da mille serenate”, che è stato uno degli ultimi a entrare nel repertorio dei contradaioli e non solo.
“Da mille serenate” è forse il più recente tra gli stornelli senesi entrati nel repertorio comune, ma nonostante ciò è uno dei più amati. Una melodia semplice, che rappresenta bene l’ambivalenza della malinconia, che non è mai allegra e nemmeno del tutto triste, essendo sempre un po’ tutte e due le cose insieme. Nel testo, l’anima della città viene descritta attraverso la sua fisicità, le sue pietre, i suoi vicoli. Cantandola, sembra quasi di immaginarsi un cinematografico piano sequenza volante sopra una Siena notturna. Una città che di notti ne ha viste tante, ma solo in quella descritta dalla canzone è l’oggetto del desiderio della “sbornia” sentimentale della persona che parla. Sì, possiamo parlare di uno stornello d’amore, perché questo è “Da mille serenate”, una spudorata, e per questo maledettamente sincera, dichiarazione verso Siena.
Possiamo definirlo stornello “giovane” in quanto è venuto alla luce in occasione dell’Operetta goliardica “Il Cecco” del 1966, fra l’altro con un altro titolo “Serenata a Siena”. L’autore è l’ocaiolo Mario Mariotti, che, come ogni goliardo che si rispetti, ha avuto un soprannome particolare: “Nappa”. La giovane età del suo autore, in quanto studente, può essere la ragione per l’amore incondizionato nei confronti di Siena che emerge dal testo. Il sentimento spassionato non può che concludersi con un atto fisico, sessuale, con i merli che si uniscono alle stelle, per riunire cielo e terra.
Da mille serenate ti fai cullare
Ti fanno sempre festa le tue bandiere
Il tempo passa e non ti sa sciupare
Se rinascessi vorrei nascer qua
Bella, meravigliosa, questa città
La luna affascinata la sta a guardar
Va a da’ un’occhiata dentro al Castellare
Scivola in Fontebranda e poi risale
Ma quanto sarà bella la mia città
Quando l’hai vista non la puoi scordar
La Torre ti rimane dentro al cuore
E i merli con le stelle fanno all’amore
Sei cara dolce amica innamorata Passi come in un sogno la tua giornata
Se ti dovessi perder Siena mia
Tanta sarebbe la malinconia Bella, meravigliosa, questa città La luna affascinata la sta a guardar
Va a da’ un’occhiata dentro al Castellare
Scivola in Fontebranda e poi risale
Ma quanto sarà bella la mia città
Quando l’hai vista non la puoi scordar
La Torre ti rimane dentro al cuore
E i merli con le stelle fanno all’amore
Emilio Mariotti