Cultura

Divina Bellezza: i buoni motivi per andare a vederlo

Divina Bellezza – Dreaming Siena. Lo abbiamo visto per voi e vi spieghiamo perché vale la pena andare a vederlo.

Intenso, emotivo, forte e poetico. Non un documentario ma un caotico, prepotente, operoso, armonioso modo di essere. Lo sapeva Dante quando di Siena parlò nella Divina Commedia e con lui lo sapevano tutti quei cronisti che raccontarono la grande Siena tra il 1200 e il 1500, anno più anno meno.

Trecento anni sono bastati a fare di questo piccolo angolo di mondo uno dei punti nevralgici dell’Europa opulenta di cultura e storia. E di fronte al capolavoro di tecnologia in 3D che fa immergere lo spettatore nel racconto come se danzasse con le figure del Buongoverno di Ambrogio Lorenzetti, che con una risoluzione di 7mila pixel rimanda sullo schermo fatto di pietra antica, testimone assoluto dell’ingegno e del successivo periodo buio, si rimane senza parole.

Brividi. Non per un documentario ma perché è nel testo che scorre lungo quello che non è un fil rouge ma una pesante corda di canapa che si riscopre l’orgoglio e la capacità di quanti hanno reso grande Siena.

E’ in quella luce, la fiammella di Santa Caterina che accompagna l’intero spettacolo, passando fino a San Bernardino e alle sue prediche, dall’acqua  – leggenda e cronaca – al fuoco che tutto distrugge fino all’immensità del cosmo in un turbine armonioso che lascia percepire e assaporare il lungo lavoro di ricamo architettonico e artistico che ha reso unica al mondo la città.

Emozionante per i senesi, splendido per tutti quegli stranieri – ne abbiamo intervistati diversi – che grazie alle immagini e alla poesia hanno colto il senso e la bellezza senza avere edulcorazione alcuna. La storia narrata al cuore, dal cuore. Le immagini sulle tre facciate dell’incompiuto Duomo Nuovo, quello che secondo i senesi sarebbe dovuto diventare la più grande cattedrale d’Europa ma i cui lavori furono interrotti per sempre dalla peste. Gli affreschi di Ambrogio Lorenzetti che prendono vita. Le maestranze rivivono e si rinnovano negli artigiani di oggi: fabbri, vetrai, scultori, incisori, fornai, macellai, farmacisti.

La storia che ti abbraccia, stretto in vellutate spire, morbide e ruvide, materne e ostili, le gesta di Siena che si aprono alla ragione, si fanno immagine e non più ricordo. In Piazza Jacopo della Quercia, ai piedi del facciatone del Duomo nuovo, la Divina Bellezza – Dreaming Siena veste le antiche mura con la narrazione di una capitale di arte e cultura, uno spettacolo di effetti speciali che si snoda in più dimensioni, arrivando fino ai sensi dello spettatore che si trasforma nel vero protagonista.

La Divina Bellezza parla di umanità, di mani e corpi piegati dal lavoro, ne racconta l’operosità con le immagini vivide e i suoni che risvegliano ricordi sopiti di una Siena artigiana, ricca e splendida, ancora oggi brulicante di menti ingegnose che hanno trovato il loro spazio nei ‘racconti del facciatone’. Sì, perché sono gli uomini a fare la storia e quest’anno il viaggio in videomapping 3D promosso dall’Opera Metropolitana di Siena e prodotto da Civita Group, punta proprio al minuzioso racconto dell’anima vera di una Siena antica e moderna, tradizionale e all’avanguardia come sempre lo è stata nel corso dei secoli.

Dal primo attacco, lo spettacolo accende i sensi con una narrazione incalzante, scandita dalle parole pronunciate da voci senesi che danzano a metà tra la poesia e la prosa, chiare, ma ricercate, eleganti. La Divina Bellezza apre alla concezione della città attraverso colori e immagini, esalta l’iconografia contenuta nella nostra Cattedrale e al Santa Maria della Scala, tracciando un preciso percorso narrativo che ne racconta la nascita e la crescente importanza per la città, riportando lo spettatore a quei secoli di splendore economico in cui Siena apriva prima il cuore, delle sue porte.

Il cuore. Ecco cos’è che si anima per un senese che si ritrova ad alzare gli occhi sulla magnificenza della nostra storia proiettata su quelle mura che hanno visto passar sotto di loro tanti volti, tante mani, che hanno sentito imperversar la battaglia e si son bagnate di lacrime e sangue, per poi tornare a splendere, trionfanti e immortali. Lo stupore negli occhi dello straniero, l’orgoglio in quelli del senese.

Quindi vale la pena vederlo: se cercate lo spettacolo e l’emozione oltre alla storia. Ogni sera, fino al 30 settembre, alle 21.30 in Piazza Jacopo della Quercia. Comodamente seduti e con l’omaggio di una piccola degustazione.

Katiuscia Vaselli

Arianna Falchi

 

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