“La Divina Bellezza, sotto il Duomo” è puro spettacolo per gli occhi e il cuore. Sì, sono proprio questi gli organi che più vengono accarezzati dal progetto promosso dall’Opera della Metropolitana di Siena e dal Comune di Siena, prodotto da Civita-Opera.
Nel calarsi all’interno del racconto, a volte sembra proprio che i muri tremino o che l’acqua stia sgorgando dal nulla. La voce narrante, almeno nella versione audio in italiano, è quella di Paolo Lombardi, doppiatore senese. Nelle sue parole è possibile sentire l’eco di Dante e di tutti quei letterati che, nel bene o nel male, hanno narrato le vicende di Siena.
Gli alti e i bassi della storia della città sono rappresentati dai repentini cambi di scena, che vogliono indurre una sensazione, più che un’idea. L’emozionale, quindi, prevale sul didattico. Nelle suggestioni legate dal filo della Concordia, possiamo vedere la Diana, il pavimento del Duomo, Montaperti, Santa Caterina, San Bernardino e il ricovero del Santa Maria della Scala.
Sono tre le novità principali caratteristiche della “Divina bellezza”. La prima, e la più importante, è il luogo che ospita lo spettacolo. Quest’anno, la Divina Bellezza si trasferisce sotto il Duomo, nell’Oratorio di San Giovannino, riportato alla luce dopo decenni e che oggi i senesi e i turisti possono riscoprire. L’altra è la presenza della tradizione senese, in quanto hanno partecipato alla costruzione del video circa 50 artigiani e artisti senesi, che hanno potuto esprimere le proprie capacità di alto valore.
L’ultimo tocco di originalità è la dotazione audio consegnata agli spettatori. Ogni persona, infatti può ascoltare l’audio 3D del video grazie a una cuffia multilingua.
Al centro della “Divina bellezza” c’è, appunto, la Concordia, che il Lorenzetti raffigurò come una corda che unisce i cittadini. Dalla Concordia politica scaturiscono gli effetti benefici sul governo della città che si riflettono sulle grandi opere. La corda lega metaforicamente la Cattedrale, simbolo del sentimento devozionale, al Palazzo Pubblico.
Il sogno parte dal Medioevo, ma si estende ai nostri giorni: la speranza è quella di una rinascita attraverso Sapienza che ispira Giustizia e conduce alla Concordia, fil rouge dello spettacolo. L’operosità dei cittadini in questo “welfare state” si manifesta nelle botteghe artigiane di ieri e di oggi. Un mosaico di mestieri, dal fornaio al pizzicagnolo, dal calzolaio all’orafo, dal ceramista al maestro vetraio, dal pittore allo scultore, dallo speziale al fabbro fino all’intagliatore, dalla tradizione all’innovazione. Mani, gesti, i manufatti prendono forma.
Le danzatrici degli Effetti del Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti si trasformano in moderne ballerine. I personaggi del passato continuano a parlare nel presente. La musica e la voce accompagnano le immagini del tempo che scorre scandito da orologi e campane in un abbraccio al pubblico seduto in platea all’interno Duomo Nuovo.
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