Lo scrittore Luis Sepulveda è morto per Coronavirus a Oviedo. Aveva 70 anni. Lo riferisce l’Efe che cita fonti vicine all’autore cileno. Lo scrittore che ci ha messo di fronte alle grandezze e miserie della storia del Novecento, che ha scelto la letteratura per ”dar voce a chi non ha voce”. L’uomo dalle formidabili passioni, l’autore bestseller che si sentiva “cittadino prima che scrittore”. Luis Sepulveda, che a marzo era atteso in Italia per un intervento al festival dei piccoli e medi editori “Più libri più liberi”, cancellato poi per la pandemia, è morto oggi a Oviedo.
Cresciuto in un quartiere proletario di Santiago del Cile, a 13 anni sognava di diventare un calciatore ma l’incontro con Gloria, ”la ragazza più bella del mondo” lo fece andare in un’altra direzione, verso la poesia che era la cosa che lei amava di più. Così diventò un fervido lettore di Garcia Lorca, Antonio Machado e Gabriela Mistral, prima donna latinoamericana a vincere il Nobel per la letteratura nel 1945. Durante la presidenza di Salvador Allende si era iscritto al Partito Socialista ed era entrato a far parte della guardia personale del presidente cileno.
Arrestato nel 1973 dopo il colpo di stato con cui si era instaurata la dittatura di Pinochet, era stato liberato sette mesi dopo per le pressioni di Amnesty International ma, un nuovo arresto lo aveva condannato all’esilio. Nel 1979 in Nicaragua si era unito alle Brigate Internazionali Simon Bolivar. In Europa si era stabilito dopo la fine della rivoluzione, prima ad Amburgo e poi in Francia.
Con il libro “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”, pubblicato in Italia nel 1993, ha conquistato una fama ed una notorietà internazionale, mentre la “Storia di una gabbianella e di un gatto che le insegnò a volare” è diventata un film d’animazione apprezzato in tutto il mondo.
(Fonte: Ansa)