Come da tradizione, il Concerto di Natale anche quest’anno torna ad aprire la stagione concertistica del Teatro Politeama di Poggibonsi. L’appuntamento è oggi alle 21 per il primo dei cinque concerti del cartellone che vede protagonista l’Orchestra Regionale della Toscana diretta da nomi prestigiosi come Asher Fish, Daniele Rustioni e Gaetano D’Espinosa e con la presenza di grandi solisti come la giovane e talentuosa pianista Beatrice Rana e la violinista Francesca Dego.
Il programma del Concerto di Natale di quest’anno è tutto ‘made in ORT‘ per il Concerto di Natale. Graditissimo il ritorno di Donato Renzetti, direttore stabile dell’Orchestra della Toscana dal 1987 al 1992, e tra i più affermati al mondo. Ospite del Teatro alla Scala di Milano, del Covent Garden come del Met al Colón di Buenos Aires, non c’è teatro o festival che conta per cui non abbia lavorato. Docente all’Accademia Musicale Pescarese e direttore principale della Filarmonica Rossini dal gennaio 2015, propone un programma sinfonico. Un Concerto di Natale originale, fuori dalle facili consuetudini ma con un repertorio assolutamente adatto all’occasione.
Il concerto si aprirà con Ottorino Respighi, che in epoca di rifiorente gusto antiquario per tutto quanto in musica fosse pre-ottocentesco, nel 1930 trascrisse per orchestra tre Preludi corali di Johann Sebastian Bach, originariamente pensati per organo.
A seguire A Spell for Green Corn di sir Peter Maxwell Davies, un pezzo datato 1993 che vedrà protagonista Andrea Tacchi, spalla dell’ORT, come violino solista. Commissionato da Donald Mac Donald per festeggiare una ricorrenza della Scottish Chamber Orchestra, l’autore inglese si ispira a un rituale agreste scozzese che consiste nel far passare un violinista sui campi da arare per portar bene alla terra (Non si ponga l’aratro sul terreno se prima un violino non l’attraversa). Nel brano si immagina che un violinista percorra i campi al suono di una danza popolare: ad esso si uniscono progressivamente i compagni, raffigurati dagli strumenti dell’orchestra, rendendo omaggio alla terra eletta a luogo di lavoro. Con una scelta stilistica a lui cara, Maxwell Davies “inventa” una melodia folkloristica e le conferisce una veste sinfonica. Il concerto chiude poi con l’Ottava Sinfonia di Dvořák del 1889, partitura scorrevole, distesa, serena, le cui radici affondano nello spirito popolare della Boemia, patria del compositore.
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