A quarant’anni dalla sua prematura scomparsa, avvenuta nel settembre 1972, la Contrada del Drago ricorda la figura di Maria Grazia Daghini, l’artista dragaiola autrice dell’immagine della Madonna col Bambino del Tabernacolo della Palla a Corda, immagine a cui i dragaioli sono particolarmente affezionati.
La mostra dal titolo “L’ ombra e l’anima. Omaggio a Maria Grazia Daghini” sarà presentata sabato 8 dicembre, alle ore 18, nell’Oratorio della Contrada del Drago; l’allestimento è all’interno della Sala delle Vittorie, in Piazza Matteotti. La mostra resterà aperta fino al 22 dicembre e sarà visitabile dal lunedì al venerdì dalle ore 16 alle 20; sabato e domenica dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 16 alle ore 20. Per l’occasione sarà presentato anche il catalogo (pubblicazione compresa nella della collana de “i Quaderni de “i Malavolti”, questo è il numero 8) che contiene la presentazione di Giovanni Pala, Vicario dell’Istituto d’arte “Duccio di Buoninsegna” di Siena, un saggio critico sull’opera di Maria Grazia Daghini a cura di Serena Pacchiani, una testimonianza di Carlo Pizzichini e un piacevole racconto di Mario Pagni, dragaiolo che narra – per esserne stato protagonista – la prima Festa della Madonna realizzata in Palla a Corda l’8 settembre 1948, e come nacque poi l’idea da parte delle famiglie del Vicolo di commissionare a Maria Grazia Daghini, anch’essa abitante in Palla a Corda, la realizzazione del dipinto che è poi divenuta la Madonna del Drago.
L’idea di organizzare una mostra delle sue opere è nata su ispirazione di alcuni dragaioli, ex abitanti del Vicolo della Palla a Corda, anche se in un primo momento non si era a conoscenza di quanta fosse la sua produzione artistica. La ricerca che ne è seguita ha rivelato non solo la presenza di un cospicuo numero di opere (dipinti a olio, a tempera, incisioni, schizzi e disegni), molte custodite da amici dragaioli e parenti, ma anche una indubbia produzione di alto livello che dimostra che probabilmente abbiamo perduto una potenziale protagonista del mondo artistico senese contemporaneo. Maria Grazia Daghini, infatti, è morta molto giovane, all’età di 32 anni, il 9 settembre 1972; una fine prematura che interruppe la sua vita e anche il suo matrimonio, avvenuto pochi giorni prima con Vittorio Barillari. È proprio a lui che dobbiamo il prestito del maggior numero di opere utilizzate per la mostra ed è in gran parte grazie alla sua disponibilità che è stato possibile realizzare l’evento.
Altre opere, poi, sono state messe a disposizione da parenti e amici dragaioli che hanno conosciuto Maria Grazia (o Grazietta, come tutti la chiamavano) e che hanno abitato il Vicolo della Palla a Corda negli anni dell’immediato dopoguerra.
Quello che ancora oggi è al centro della Festa allestita dai piccoli dragaioli, dunque, è il Tabernacolo realizzato da Grazietta, nota anche per aver dipinto numerosi stemmi del Drago su seta, che poi sono diventati fazzoletti che alcuni dragaioli conservano come delle reliquie.
Il saggio critico di Serena Pacchiani traccia un profilo artistico di Grazietta e ne contestualizza l’opera anche in relazione ad altri artisti senesi del suo tempo; la Daghini, infatti, nata a Siena il 23 marzo 1940, ha frequentato l’Istituto d’Arte “Duccio di Buoninsegna” specializzandosi in Decorazione pittorica, ottenendo poi nel 1959 l’abilitazione all’insegnamento di disegno presso le scuole di istruzione secondaria. Fu così che intraprese la sua carriera di insegnante prima a Siena, poi Cetona, Monteroni d’Arbia, Bagnoregio (Viterbo) e infine a Torrita dove ottenne l’assegnazione definitiva della cattedra di ruolo presso la Scuola media. Questo la costrinse a lasciare Siena con molto rammarico. La separazione dalla sua città fu alleviata dal matrimonio con Vittorio Barillari nell’aprile 1972, ma anche in questo caso la sua felicità ebbe vita breve a causa di una grave malattia. Maria Grazia Daghini morì il 9 settembre dello stesso anno. Fu sepolta a Porretta Terme, dove tuttora riposa, città che la ospitò con la sua famiglia poco dopo sua nascita, quando vi trovò rifugio presso dei parenti per sfuggire dagli eventi bellici.
Resta il suo ricordo, indissolubilmente legato a quella Madonna col Bambino che ogni anno, per la Festa dei Tabernacoli, veglia sui piccoli dragaioli che giocano e incollano ghirlande in suo onore.