Il palio del Bigonzo si corre da pochi anni ma si è subito arricchito di entusiasmo e, da quest´anno, di una nuova contrada. La gara di domenica 11 settembre vede il borgo di Contignano aggiungersi agli altri che corrispondono ad altrettanti antichi insediamenti di Radicofani (Castello, Bonmigliaccio, Castelmorro e Borgo Maggiore). E sono proprio le contrade a organizzare un evento che coinvolgerà il centro storico per l´intera giornata. Dal mattino è previsto un corteo storico con sbandieratori, arcieri e armigeri lungo le vie. Poi, nel pomeriggio, il gran finale di una manifestazione arrivata alla sesta edizione, con un contorno enogastronomico fatto di castagne, vino e ciaccette. La sera gli appuntamenti sono tutti nelle cantine e nei ristoranti delle contrade.
Il corteo parte alle 10, seguito dalla messa e, alle 12, dalla presentazione del drappellone e della benedizione delle contrade. Alle 16, nel bosco Isabella, gara di tiro con l´arco, seguita dal lancio della sfida di ogni contrada nelle piazze delle avversarie. Alle 18 una sorta di “punzonatura”, con il peso del bigonzo, seguito da uno spettacolo degli sbandieratori di Radicofani. Alle 18,45, ricostruzione di un combattimento medievale, una sorta di “duello cortese” della compagnia Milites armati di Milano. La corsa subito dopo, intorno alle 19. Consiste nella sfida tra cinque coppie di barellieri che devono trasportare, uno dietro l´altro, il famoso “bigonzo”, termine locale che indica una sorta di piccola botte, sostenuto da una barella in legno (il cosidetto barellino). I giovani si allenano tutto l´anno, anche perché si devono abituare a correre in salita e a coordinare i movimenti compatibili con il trasporto di un oggetto pesante e ingombrante, che ostacola i naturali movimenti. Le gare precedenti determinano l´handicap di partenza, con la posizione migliore per chi ha il punteggio più alto. La corsa con il bigonzo è accompagnata dall´entusiasmo di contradaioli e turisti, per terminare sugli scalini della pieve di San Pietro. Tutta Radicofani è coinvolta nell´organizzazione, che prevede menù medievali a cena. Persino i costumi medievali sono stati cuciti da sarte del paese, grazie a un progetto finanziato dalla Regione allo scopo di recuperare gli antichi mestieri, un autofinanziamento delle contrade e a un contributo del Comune. Ma la cosa ancora più importante è che la realizzazione e cucitura dei modelli ha rappresentato un momento di confronto e socializzazione fra signore di generazioni diverse che hanno collaborato.