A teatro con le scarpe sempre ai piedi

Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro. Così diceva Giovanni Paolo II e così don Oreste Benzi ha deciso di vivere la sua vita, una vita fatta di condivisione con gli ultimi, di missione, di disponibilità, di accoglienza, di amore, una vita vissuta con le scarpe sempre ai piedi e pronte per intraprendere un nuovo cammino con chiunque avesse voglia e coraggio di seguirlo.

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“Con le scarpe sempre ai piedi” è dunque il titolo dello spettacolo che gli attori della comunità Giovanni XXIII hanno portato sul palco del teatro dei Rozzi allo scopo di raccogliere fondi per la casa famiglia di Montalbuccio, e che raccontava la vita di quest’uomo così semplice e straordinario da riuscire a toccare il cuore di tanti e cambiare la vita di molti. Una storia, quella del Don, raccontata a più voci, da quella della sorella a quella dei tanti fedeli incontrati e avvicinati alla fede, passando per quella di chi avendolo incontrato come insegnante di religione sui banchi di scuola e affascinato dal suo entusiasmo lo aveva seguito e lo aveva ascoltato. Uno spettacolo, quello di lunedí , che arrivava dritto al cuore, uno di quelli in cui non servono i grandi attori per far sí che chi guarda possa catapultarsi nel cuore della storia. È bastato far salire sul palco la semplicità e la spontaneità dei suoi agnellini per toccare con mano la gratitudine che gente come gli inquilini della casa famiglia di di strada delle masse hanno verso quest’uomo, che delle case famiglia è stato il fondato re, dando vita a un progetto che oggi tanti volontari e tanta gente hanno sposato e condiviso in pieno. Questa gente, proprio come diceva don Oreste, ha imparato a sentirsi parte di un disegno più grande, di un ricamo e come un filo segue il movimento di un ago, così queste persone seguono il cuore e sono spinte a dare e darsi agli altri con forza.

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Dalla serata a teatro la casa famiglia ha ottenuto un ricavato di oltre 5mila euro, ma per chi ha avuto la fortuna di partecipare all’evento il ricavato è stato molto, ma molto più grande. Per certe battaglie quotidiane infatti non esiste cifra, ma servono braccia e volontà che in modo sinergico fanno battere un cuore pieno e vivo e lo inquadrano in disegno che merita di essere sempre, sempre più grande. Un po’ come la battaglia combattuta ogni giorno da Ida Maria e dalle ospiti della casa famiglia. Con la speranza che questi eventi facciano breccia anche nel cuore di coloro che, alla fine, potrebbero lasciare spazio a un luogo dove si fa solo del bene a chi ha bisogno.
Vittoria Guideri