Le coreografie di Simona Cieri e la sceneggiatura di Rosanna Cieri dipingono il ritratto impietoso di un mondo contraddittorio dedito allo spreco alimentare e ad abbuffate pantagrueliche, che suda in palestra e si sottopone a diete improbabili nel tentativo vano del riequilibrio, mentre i poveri sudano, loro sì davvero, per produrre cibo da una terra sempre meno fertile.
Così i danzatori, Veronica Abate, Martina Agricoli, Andrè Alma, Maurizio Cannalire, Simona Gori, Federica Morettini, Riccardo Pardini, vestono ora gli abiti da sera di coloro che se la godono a pancia piena, ora quelli di chi lotta per una ciotola di riso o un pugno di farina. La stessa Simona Cieri appare come un mostro polimorfo, un po’ anoressica un po’ Arcimboldo.
Una vera e propria riflessione, attraverso l’arte coreutica, per stimolare i pubblici a una presa di coscienza su un tema di grande attualità come il cibo.
Nel mondo, infatti, un miliardo di persone è denutrito. Un altro miliardo è obeso. In tutti i paesi, le realtà contraddittorie dell’obesità e della fame si stanno acutizzando e paradossalmente costituiscono le due facce di una stessa medaglia, grazie a un sistema economico-politico che consente ad un piccolo gruppo di multinazionali di trarre profitto dal controllo dell’intera catena alimentare mondiale.
Mentre i paesi in via di sviluppo lottano ogni giorno per sfamare la popolazione, nelle società dell’opulenza il rapporto con il cibo rappresenta l’emblema della profonda crisi socio-economica che costringe a guardare in faccia per la prima volta la precarietà. Aumenta progressivamente il numero di individui che si trovano in uno stato di marginalità economica, grazie al crescente divario tra potenti spinte al consumo e difficoltà a contenerle e regolarle. Gli effetti di questa contraddizione si manifestano da una parte con la crescente obesità infantile, che colpisce anche gli strati più bassi della popolazione, e dall’altra con patologie di rifiuto del cibo, provocate da modelli culturali fortemente condizionanti, dove il corpo, soprattutto quello femminile, è luogo di sperimentazione per commerci, speculazioni, mercato. Ad accrescere la sensazione di incertezza contribuisce anche il timore sulla provenienza e sulle caratteristiche di ciò che finisce nel piatto.
“Dimmi cosa mangi”, prodotto con il sostegno di Regione Toscana e Comune di Siena, in collaborazione con Unicoop Firenze e Slow Food Siena, sarà preceduto, alle ore 19 nel foyer del teatro, dalla mostra “Adotta la Terra Madre”, a cura di Slow Food Siena, e da una degustazione di vini di eccellenza offerta dal Consorzio del Brunello di Montalcino.
I biglietti possono essere acquistati contattando dalle ore 9,30 alle 12,30 (escluso il sabato e la domenica) il call center allo 0577 292615-14; chiamando lo 0577 292265; sul sito
www.comune.siena.it – servizi on line – biglietteria, oppure in vendita diretta alla biglietteria del Teatro dei Rinnovati il venerdì 25 dalle 17 alle 20, e il giorno della rappresentazione dalle 16 fino all’inizio dello spettacolo. Per i disabili è aperto lo sportello all’interno del Cortile del Podestà. Si ricorda che, una volta acquistato il biglietto, si può accedere ai Rinnovati, anche, da piazza del Mercato, ingresso aperto dalle 20,30.
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