Veleni, sogni e speranze della sinistra racchiusi tra le pagine di un libro. E’ “La gioiosa macchina da guerra” (Editori Internazionali Riuniti) che Achille Occhetto presenterà a Siena venerdì 7 febbraio alle 18 nella Sala Sant’Ansano del Santa Maria della Scala, nell’ambito della rassegna “I colori del libro. Passeggiate d’autore” curata da Toscanalibri.it e dal Comune di Siena. Si tratta del racconto autobiografico dell’uomo che nel 1991 sciolse il Partito Comunista Italiano e, al contempo, di uno spaccato di rilevanza storica del passaggio da un’esperienza personale tutta interna alla storia del comunismo al radicale superamento di alcuni suoi capisaldi teorici e pratici. Una damnatio memoriae in cui Occhetto fonde ricostruzione storica e memoria di una vita, tra affetti ed eventi cruciali come quelli del 1956 e del 1989. Oltre all’autore, interverranno il sindaco di Siena Bruno Valentini, Alessandro Cannamela e Valeria Donato. Moderano il giornalista Michele Taddei e Roberto Barzanti, presidente della Biblioteca Comunale degli Intronati.
Il libro Il celebre ossimoro coniato dall’ultimo segretario del Partito comunista italiano, “La gioiosa macchina da guerra”, diventa il titolo del suo ultimo libro. Occhetto raccoglie così le sue memorie, non solo per rispondere all’esigenza personale di ripercorrere gli anni più drammatici e “fallimentari” della sinistra in Italia, ma anche all’esigenza collettiva di ricostruire quel clima politico per meglio capire come sia stato possibile finire sotto l’ala berlusconiana. Partendo dalla sconfitta del ’94 senza scudi o altre protezioni, intreccia memorie biografiche, riflessioni sul proprio carattere, meditazioni filosofiche e analisi storico-politiche senza farsi scrupolo di mostrare le proprie debolezze, le viltà di alcuni colleghi, gli errori, le illusioni, le indiscrezioni venute a galla dopo anni – l’antagonismo con D’Alema, primo su tutto. Riletta in questi giorni la “svolta” di Occhetto fornisce una chiave in più per analizzare la disfatta e i limiti della sinistra di oggi e apre, al contempo, a una possibilità nuovo per il futuro dell’Italia. “Si tratta solo di aspettare che tutto ricominci e qualcosa finalmente finisca”.
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