La formazione medica universitaria, l’“imbuto” formativo delle scuole di specializzazione e i problemi di finanziamento del Sistema sanitario nazionale saranno i temi di discussione dell’incontro, sabato 10 novembre alla Certosa di Pontignano dell’Università di Siena, voluto dall’associazione studentesca Link Area Medica e da “Chi si cura di te?”, un gruppo di medici specializzandi, medici in formazione di medicina generale e medici appena abilitati. L’obiettivo della giornata, aperta agli studenti e a tutti i cittadini, è quello di creare un momento di dialogo sulla sanità, un campo che coinvolge in modo trasversale cittadini, studenti, medici specializzandi, dirigenti medici, accademici, dirigenti istituzionali , decisori politici.
Gli ospiti della giornata – a partire dalle ore 9 – saranno il segretario nazionale della Federazione dei Medici Italiani, Roberto Monaco, insieme ai rettori delle università di Siena e Pisa, Francesco Frati e Paolo Maria Mancarella, professori degli atenei toscani e delegati ai temi della formazione medica.
Occasione per questo confronto tra le diverse anime del mondo della sanità è il Manifesto sulla formazione medica, firmato nel maggio scorso dalle università toscane e dall’assessorato al Diritto alla salute della Regione Toscana, che vuole rafforzare la sinergia sul piano della programmazione e pianificazione regionale per quanto riguarda la formazione in area medica.
“Molti medici neoabilitati rimangono fuori dal percorso di specializzazione – spiega Leonardo Niero, Responsabile nazionale Link Area Medica – si tratta di 10.000 medici neoabilitati senza borsa di specializzazione ogni anno, per mancanza di finanziamenti. L’incontro di sabato vuole focalizzarsi sulle ripercussioni di questa situazione anche dal punto di vista della stabilità del Sistema Sanitario Nazionale, ormai sempre più compromesso da una mancanza di organico. Infatti, il SSN presenta un 50% di medici con età tra 55 e 64 anni e presto pensionabili. Senza investimenti sui giovani, in grado di sostituire i pensionati, vi saranno seri problemi nell’erogazione di prestazioni sanitarie alla cittadinanza.”