E’ una Siena lontana quella che emerge dai brani che saranno letti insieme, una Siena che a mala pena si rintraccia dietro alle trasformazioni lunghe un secolo, una Siena sofferta e sofferente, città aspra, spigolosa dove lo scrittore senese visse con difficoltà: “La mia anima, per aver dovuto vivere a Siena, sarà triste per sempre”. Una città dove l’Ospedale ha il colore “rosso sangue”, Fontebranda un luogo dove “ci si sente mozzare il respiro”, la Costaccia “il parapetto di un abisso”, dove “i tetti hanno la pazienza di stare lì”.
Nel girovagare in bicicletta saranno attraversate piazze e strade cittadine, angoli conosciuti, “il prato a sterro, dinanzi alle prime case del Borgo” dove “i bovi e i vitelli pigliavano tutto il mezzo” e poi il gruppo uscirà dai confini della Siena murata per inoltrarsi, almeno con le letture, negli spazi più ampi della campagna circostante.
E’ in questa campagna ricca “di olivi e di viti”, di “pieghe verdi di colli”, abitata da signori, mezzadri, bambini mocciosi che si concluderà la pedalata: alla ‘casa rossa’ di Poggio al Vento, Castagneto (Poggio a’ Meli in Con gli occhi chiusi), dove Federigo andrà a vivere con la famiglia dopo essersi rapidamente disfatto della trattoria paterna. “Poggio a’ Meli si trovava fuori Porta Camollia per quella strada piuttosto solitaria che dal Palazzo Diavoli va a finire poco più in là del convento di Poggio al Vento. C’è una vecchia casetta rintonacata di rosso …”.
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