‘I politici sono i lacchè delle banche’, diceva Ezra Pound, ‘e ci sarà sempre guerra fra l’usura e il lavoro, chi fa crescere il grano’. Frase attualissima in anni, come i nostri, di travolgenti crisi finanziarie e di gestione allegra delle banche.. E’ appena uscito in libreria un volume che racconta, anche con l’ausilio di lettere finora inedite del poeta, uno dei periodi più importanti della sua vita: il periodo toscano. Secondo molti, lo scrittore statunitense Ezra Pound è da considerare il più grande poeta del novecento. E’ grazie a lui che grandi scrittori come James Joyce e Thomas Stearns Eliot hanno trovato la loro voce, la forma delle loro opere, e pubblicato.
Solo trasferendosi in Europa nel 1908, a Venezia per prima, però, Pound diventa un grande artista.
Come racconta Stefano Adami, nel suo ‘Ezra Pound a Siena, tra Accademia Chigiana e Monte dei Paschi’, Pound torna in Italia da Londra dopo la prima guerra mondiale, e ha come base Rapallo, da cui si sposta con grande frequenza. In Inghilterra ha conosciuto in modo approfondito le idee di due economisti ‘eretici’: Hugh Clifford Douglas, sostenitore del ‘credito sociale’, e soprattutto il tedesco Silvio Gesell, che vuole introdurre in Europa la sua ‘moneta prescrittibile’, una moneta a tempo. Cos’è? E’ una cartamoneta che ha un numero di spazi per dei bollini che la tengono in corso, applicabili ogni mese. La moneta è valida per il periodo in cui i bollini sono applicabili negli spazi, al termine di essi è fuori corso.
Secondo Gesell, il suo inventore, la ‘moneta a tempo’ impedisce la creazione di finanza, capitale e usura, ma arricchisce la società. E’ infatti una moneta che deve essere spesa, è sempre in circolo, e quindi crea lavoro, investimenti, spese per infrastrutture. Ezra Pound si innamora dell’idea di Gesell al punto da scriverne spesso nella sua opera poetica, e cercare, poi, di incontrare Mussolini per convincerlo a mettere in corso in Italia la cartamoneta di Gesell. Il poeta riuscirà infatti a incontrare il duce, lasciandogli poi un documento di suo pugno dove riassume le idee dei due economisti e sostiene l’uso della moneta prescrittibile, che nel frattempo era già stata messa in corso in una città austriaca.
Il volume di Adami segue con grande attenzione e cura il percorso di Pound e il suo tentativo di mettere insieme poesia ed economia, arte e critica del presente e delle banche. Pound è convinto che il Monte dei Paschi sia nato per combattere l’usura, prestando soldi a tassi controllati, e per questo si reca a Siena, per studiarme i documenti di fondazione. Nel suo periodo senese, si avvicina anche all’Accademia Chigiana, mettendovi in scena, assieme alla musicista Olga Rudge, le opere di Vivaldi. Il racconto di Adami è teso ed appassionante, e si avvale di alcune interessantissime lettere di Pound (in particolare indirizzate al conte Chigi Saracini), in cui sono discusse le sue idee sociali ed economiche. La figura di Pound è una figura complessa e controversa, spesso poco compresa e frequentata; questo volume di Stefano Adami è dunque utilissimo per seguire il percorso di un intellettuale che è stato per molti versi un visionario anticipatore, e che è ancora estremamente attuale.