Le formelle del museo di Murlo che rappresentano una corsa con cavalli montati a pelo, da parte di cavalieri dotati di frusta (vere silhouette dei fantini con il nerbo) sono la testimonianza di un’origine antichissima del Palio (ne fu testimonianza anche il Drappellone dipinto nell’agosto 2010 dal maestro Franco Fortunato).
Se ne parla il 5 luglio, con due archeologi d’eccezione, Giuseppe Maria Della Fina e la senese Debora Barbagli. L’iniziativa fa parte di un cartellone di eventi ambizioso, che si svolge interamente al castello di Murlo: Bluetrusco, ovvero un mese (dal 3 luglio al 2 agosto, 19 giornate effettive tra il giovedì e la domenica) dedicato all’antico popolo, nella magica atmosfera creata da fari blu, che inonderanno il palazzone e tutto il castello. L’iniziativa, organizzata dal Comune di Murlo con l’aiuto delle associazioni locali e il riconoscimento di grandi istituzioni (Ministero delle attività culturali, Università di Siena e Università per Stranieri di Siena, British School at Rome, University of Massachusetts Ahmerst, Regione Toscana, Provincia di Siena, Siena Jazz, Fondazione Musei senesi) se ha un merito, è quello di non utilizzare solo lo specchietto retrovisore: si tratta di un viaggio sospeso tra ieri e oggi, tra vecchie e nuove tradizioni, musica, laboratori, escursioni, spettacoli, confronti. Bluetrusco, del resto, lega nel nome la nota “magica” nota blu del blues e del jazz al colore del cielo che ospitava gli dei. Antico e presente si inseguono nel nome di un popolo che amava la musica, e che suonava note improvvisate. Proprio come faranno Francesco Cocco Cantini (ha realizzato insieme ad archeologi un flauto etrusco), Ares Tavolazzi, Giulio Stracciati e un grande chitarrista americano, astro nascente del jazz, Nir Felder, in diverse serate. Si parlerà delle contaminazioni tra popoli che hanno dato origini a civiltà: non a caso sarà presente, insieme al sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni, all’ambasciatore della Repubblica Turca in Italia, . La presenza testimonia il presunto contatto tra popolazioni provenienti dall’Anatolia (attuale Turchia) e quella locale… Ma è il senso del viaggio, dell’esodo, così attuale, a dover essere visto in chiave totalmente nuova, prendendo lezioni dal passato: lo farà Moni Ovadia (sabato 4 luglio). Sarà questo il filo conduttore di una manifestazione che si pone come obiettivo di realizzare un “viaggio tra gli etruschi di ieri e di oggi”. Dunque, spazio a foto gigantesche, appese con cavi di acciaio: sono i ritratti dei “giovani etruschi”, ovvero i ragazzi murlesi. Altre mostre (libri dedicati agli etruschi, le foto aeree del territorio di Murlo), tante iniziative (laboratori a tema archeologico, alcuni riservati ai bambini, una caccia al tesoro tecnologica, visita agli scavi di Poggio civitate, escursioni), faranno da corollario a giornate caratterizzate dalla presenza dei massimi studiosi dell’archeologia e di grandi personaggi della cultura. Ogni giorni si alterneranno dibattiti, conferenze, letture:
Si affronteranno tanti temi e ci sarà una primizia: la presentazione in anteprima della traduzione del fondamentale libro di George Dennis (Nuova Immagine Editrice), con letture di David Riondino. Ma questa è una festa dei murlesi, soprattutto, coinvolti nelle veglie, in concerti. Tutti potranno esprimersi, confrontarsi, essere protagonisti. In un territorio diventato improvvisamene noto per gli studi sul Dna della popolazione, e che raggiunse anni fa i 16mila visitatori al museo, si vuole tornare agli antichi fasti. Dopotutto, si tratta di restituire un ruolo a una realtà più belle e affascinanti, non solo sul piano archeologico, in assoluto.
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