“Crash” Audacia, piacere e morte nell’opera visionaria di David Cronenberg

Mercoledì 21 marzo alle ore 21.30, continua Frames, spartiti, fotogrammi… la rassegna curata da Maurizio Comanducci sui rapporti che si sono sviluppati nei decenni tra cinema e altri linguaggi artistici. Un viaggio nell’arte attraverso il punto di vista attento e curioso, della cinepresa. Sullo schermo il capolavoro di  David Cronenberg  “Crash”, Premio Speciale della Giuria a Cannes 1996 “per l’originalità e l’audacia”.

 

Dal romanzo omonimo di James G. Ballard, uno dei film più estremi e radicali di Cronenberg, che presuppone nello spettatore l’accettazione a priori di trovarsi in un mondo parallelo in cui le abituali pulsioni del regista canadese (la morte, la diversità fisica e biologica, le deviazioni – qui non solo mentali ma anche fisiche) si abbinano all’universo senza spazio e senza tempo del testo originale, cui il regista aderisce più o meno fedelmente.
Il risultato è un film meccanico, asettico e programmaticamente sgradevole, ricco di dettagli anatomici, cicatrici ed ematomi ma privo di emozioni e di sensazioni che non siano distruttivamente sessuali e (quindi) funebri. Probabilmente era proprio questo l’intento di Cronenberg: celebrare con il proprio inarrivabile pessimismo la morte dello spirito per celebrare il trionfo della carne e delle lamiere, in un coraggioso ma inerte esempio di fantascienza contemporanea.

 

Nel film è chiara la presenza di riferimenti a messaggi di tipo “body art”, basata proprio sul rapporto sensuale, promiscuo, perverso fra eccitazione e morte, fra deformazione indotta del corpo umano e piacere estetico. C’è sempre l’aspettativa di scontro orgiastico fra corpi, ma anche fra lamiere, oggetti, corpi ed oggetti. Sono espliciti in maniera disarmante i crescendo di eccitazione sessuale nell’attesa dell’impatto, tanto meglio se “celebre”, come nella citazione (mirabile e malsana, allo stesso tempo) dell’incidente di James Dean, la ricostruzione dandy e decandente di un momento inconsapevolmente di svolta della storia del cinema, diventato mito nel mito, e usato qui in maniera distorta ma geniale di armonia ed estetica decadente.
Il tutto in una città che potrebbe essere qualunque, livida, diffidente, elettronica, l’unico calore quello del sangue dei protagonisti uniti in un allucinante gioco sado-masochista, disumano, oltre ogni limite. Il modus ossessionante di Cronenberg contribuisce al formidabile impatto artistico dell’opera.

Il film è trasmesso in lingua originale.

 

Biglietto: € 3
Info e prenotazioni: uffstampa@lacortedeimiracoli.org, 057748596, per i prossimi appuntamenti www.lacortedeimiracoli.org