Mercoledì 15 maggio, per l’orario dell’aperitivo, Meetlife Cafè ha presentato con grande onore la personale di Daniele Sasson. La fotografia fa da cornice a tutti i lavori, il resto del contenuto lo fanno gli oggetti quotidiani decontestualizzati, i nudi, le ombre sfuggenti. E questi sono solo alcuni dei temi esposti nelle opere dell’artista.
“E’ stato impegnativo scegliere tra le centinaia di cartelle che l’artista senese conserva nel suo studio a Taverne d’Arbia, che ha gentilmente aperto a noi. E allo stesso tempo riduttivo parlare di poliedricità di fronte ai lavori di Daniele” dice l’organizzatrice Stefania Margiacchi, la quale ha risposto ad alcune domande sulla serata.
Cosa vi ha guidato nella scelta del materiale da esporre? “La scelta nella selezione dei lavori ha cercato di poter dare all’osservatore dei semplici input per apprezzare e approfondire il percorso artistico di Sasson, da sempre alimentato da un’incredibile curiosità e dall’innata abilità nell’utilizzo dei mezzi tecnologici”, sono stati esposti diversi lavori: quello di copy art per esempio, la cui caratteristica è quella di essere replicabili – l’opera infatti è riprodotta in diverse versioni e tirature limitate.
Questo tipo di lavoro è molto particolare, pensi che sia il più rappresentativo dell’autore? “Quello della copy art è il linguaggio più giocoso e onirico del Sasson in esposizione al Meetlife e l’evidente matrice stilistica di questi lavori non può essere che quella della pop art, tanto popular è l’occhio sul mondo dell’artista”.
Cade l’occhio sulla parete destra del locale, su cui sono affisse delle fotografie in serie molto suggestive e mistiche, cosa rappresentano? “Si tratta del “Cantico dei Cantici”. Sono fotografie impresse su pellicola in bianco e nero e ricostituite in colore con l’ausilio di particolari tecniche nella fase della stampa: ne derivano effetti cromatici carichi emotivamente dove i giochi di chiaroscuro si innestano sulle tonalità evocate in un continuo scambio di occasioni. Le immagini sono la struttura di un universo onirico, ascetico, quasi mistico; lo spazio è incerto, suggestivo, inquieto e angosciante”. E possiamo dire che l’effetto è ben riuscito.
Tutto il lavoro è incentrato sulla sperimentazione di nuovi materiali e tecniche: la distorsione di tecniche esistenti, modificazioni di fotografie nella fase di stampa, immagini che si dissolvono nelle ombre, stampati in poliestere, che danno l’effetto di “una foto dipinta”, insomma, di certo non manca originalità, sperimentazione e suggestione.
Durante l’inaugurazione, insieme alla degustazione di vini dell’Azienda “Fattoria Casabianca” (Murlo, SI), il poeta senese Federico Romagnoli ha accompagnato i lavoro di Sasson con la lettura di alcune poesie tratte dalla raccolta “Carpe Diem”: un opera che contiene quarantuno poesie e tre piccole prose. I disegni che accompagnano le parole della raccolta sono del pittore Marco Acquafredda, mentre le citazioni rendono il giusto omaggio alle maggiori fonti ispiratrici.
Una serata di grandi emozioni e di arte a tutto tondo: poesia, prosa, pittura e fotografia.
Per chi volesse ammirare i lavori, sono tutti in mostra al Meetlife Cafè fino a martedì 21 maggio.
Andrea Camilla Colnago