Reduce dall’ultimo Festival di Sanremo, Diodato è una delle più belle voci e penne della musica pop-rock contemporanea. Domani si esibirà al Museo del Bosco di Orgia
La vita di un musicista è strana, fatta d’incontri e di luoghi. Ti può capitare, infatti, di suonare sul palco del teatro Ariston per il Festival di Sanremo e poi di esibirti in una location assai particolare come il Museo del Bosco di Orgia. E’ quello che accadrà domani a Diodato, che sarà in Val di Merse, alle 21.30, per la tappa del suo “Adesso Tour” prevista nel cartellone “Sovicille d’Estate 2018”.
Il cantautore cresciuto a Taranto è una delle stelle nascenti del panorama pop-rock italiano, capace di piacere al grande pubblico e agli ascoltatori più esigenti. Ci abbiamo scambiato due parole in vista dell’appuntamento di domani.
Cosa aspettarsi dal concerto che farà al Museo del Bosco?
«Sto portando in giro uno spettacolo abbastanza energico. In vista del periodo estivo, ci tenevo ad amplificare quella vitalità che avevamo già portato nei club. L’estate ci permette di creare una piccola festa, dove suoniamo canzoni tratte dai miei album “Forse” e “Che cosa siamo diventati”. Non mancheranno momenti più intimi. Il tutto, comunque, sarà suonato da una band rock con un impatto sonoro molto forte».
L’ultimo singolo che ha pubblicato, “Essere semplice”, sembra essere un punto e a capo della sua carriera. Dopo questa canzone ci sarà un nuovo Diodato oppure è solamente un pezzo frutto del momento in cui è stato scritto?
«Negli ultimi mesi mi sto raccontando passo dopo passo, quindi ogni brano narra di un vissuto specifico. Per questo, al posto di pubblicare un album, sto facendo uscire delle singole canzoni. Anziché stare in studio a cercare una certa omogeneità, a volte anche un po’ forzata, lascio libero sfogo alla mia ispirazione».
La sua musica è una specie di “rock emozionale”, che all’estero ha molto spazio. In Italia può averne altrettanto?
«Sì, lo può avere. Siamo in un periodo storico-musicale in cui c’è molto più disincanto rispetto a prima, però, anche dai riscontri che sto avendo con i miei brani, penso che ci sia ancora un pubblico pronto a farsi guidare dalle emozioni durante l’ascolto. Secondo me crescerà ancora.
Il 26 domani, ndr) suonerà in una location particolare, il Museo del Bosco, che omaggia la natura e il rapporto che l’uomo ha con essa. Qual è il suo rapporto con la natura? L’ha mai ispirata nella scrittura delle canzoni?
«E’ un rapporto importante. Vivo a Milano e ho abitato a Roma, due luoghi dove la natura non la fa più da padrona. Sono affascinato da questi posti dove si ha difficoltà a vivere e dove c’è bisogno di adattarsi. Vengo da una terra a stretto contatto con il mare, la Puglia. Spesso mi manca questo rapporto, perché penso che il mare sia una delle forze più importanti della natura. In passato mi ha ispirato tanto e ritorna spesso nelle mie canzoni».
Ritorna spesso perché c’è una mancanza o una nostalgia?
«Il ricordo di certe sensazioni ti riconnette con un magma emotivo interiore che ti può ispirare».
Quali saranno i suoi prossimi passi?
«Starò in giro per tutta l’estate e sto già scrivendo canzoni. Sono in una fase in cui cerco di fare tutto, anche contemporaneamente. Mi piace questo flusso e voglio provare a tutelarlo. Suoneremo fino a ottobre e presto entrerò in studio di registrazione. Non ci vorrà molto per fare uscire qualcosa di nuovo».
Emilio Mariotti