Per festeggiare Dante Firenze sceglie Virgilio. Dal 28 al 30 dicembre, nel Salone dei Cinquecento (ore 21.30) andrà in scena Divina Commedia_Ballo 1265 del coreografo Sieni, che per l’appunto si chiama come il poeta latino “faro” e guida dell’autore fiorentino. L’evento, prodotto dal Comune di Firenze con il Mibact e Rai Cultura, prevede la partecipazione di 151 interpreti, di cui ben 138 non professionisti. Il capoluogo toscano chiuderà così le celebrazioni per il 750° anniversario della nascita del Sommo Poeta.
Nello storico Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio i ballerini danzeranno tra le epoche con passo dolente, sospeso e rivelatore, tracciando un itinerario spirituale in cui la danza spoglia l’uomo dalla materia vestendolo di forma. A fare da partitura sarà la tessitura ritmica delle percussioni live di Michele Rabbia.
Il sindaco di Firenze Dario Nardella: «Per la prima volta nella storia, il luogo civico più imponente e magico del Paese viene aperto a una tre giorni dedicata al rapporto tra il corpo, la gestualità, lo spazio scenico e le complesse trame della Commedia dantesca. Un dialogo tra la raffigurazione delle battaglie di epoca manierista del Vasari, l’architettura grandiosa del Salone dei Cinquecento e i corpi orchestrati nell’interpretazione delle tre cantiche più celebri della storia della letteratura mondiale: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Danzatori professionisti insieme a donne, uomini e bambini, cittadini della nostra Firenze saranno i protagonisti di una coreografia popolata e suggestiva, ideale chiusura di questo anno 2015».
Il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini sottolinea l’importanza del Sommo Poeta: «Dante Alighieri da sette secoli continua con la sua forza visionaria e poetica a sollecitare le emozioni, l’interesse e la sensibilità dei lettori. La sua opera è un viaggio nell’animo umano, racconta attraverso parole dal fascino senza tempo, i tormenti, le aspirazioni e le speranze che accompagnano l’esistenza di ciascuno di noi, ora come allora. Ecco perché quando ci accostiamo alla lettura avvertiamo una sorta di condivisione fra gli uomini e le donne di oggi e quelli del passato: rimaniamo colpiti dall’amore struggente e disperato di Paolo e Francesca o dalla sete di conoscenza di Ulisse, perché esprimono qualcosa di eterno e universale. Parlano di noi».