Tre grandi serate di musica all’Enoteca Italiana di Siena, negli splendidi bastioni della Fortezza Medicea. Sono i concerti finali di allievi e docenti della 41esima edizione dei Seminari Estivi organizzati dalla Fondazione Siena Jazz, grazie al sostegno della Fondazione Monte dei Paschi di Siena e Banca Monte dei Paschi di Siena, main sponsor.
Si svolgeranno nei giorni 29, 30 e 31 luglio, dove si alterneranno sul palco alcuni fra i più grandi jazzisti americani, europei ed italiani, in serrate esibizioni che lasceranno il segno nell’estate musicale italiana.
Grandi nomi che offriranno i propri riflettori ai giovani protagonisti che frequentano in questi giorni le aule della Fondazione Siena Jazz per i conosciuti Seminari Estivi, punto di riferimento di livello internazionale.
Dei concerti del 29, 30 e 31 luglio (ore 21,45 – ingresso libero) saranno protagoniste le formazioni che hanno lavorato durante la prima parte del corso con i trombettisti Avishai Cohen e Dave Douglas, il clarinettista-sassofonista Mauro Negri, i sassofonisti Miguel Zenon, Seamus Blake ed Claudio Fasoli, i pianisti Franco D’Andrea e John Taylor, i chitarristi Lionel Loueke e Tomaso Lama, i contrabbassisti Reuben Rogers, Drew Gress, Massimo Biolcati e Paolino Dalla Porta, i batteristi Eric Harland e Ferenc Nemeth.
La cosa unica e prestigiosa nel suo genere, per quanto riguarda i numerosi Seminari nazionali e internazionali che si svolgono d’estate in un po’ tutte le parti del mondo, è che tradizionalmente a Siena Jazz i docenti suonano all’interno dei gruppi come leader delle formazioni con i quali lavorano durante il corso, perfezionando con gli allievi sia i brani del repertorio storico che contemporaneo. In alcuni casi vengono presentati brani originali degli studenti più preparati e non è raro che alcuni docenti presentino anche loro composizioni. L’altro aspetto unico nel panorama dei corsi estivi è l’organizzazione di addirittura 34 gruppi di musica d’insieme, un lavoro creativo e di produzione artistica che non ha eguali nel mondo e che è giusto far notare e valorizzare per la difficoltà e l’enorme lavoro organizzativo e didattico che sta dietro una simile impostazione.