La 68ª Settimana Senese si chiude con l’atteso concerto dal titolo Champagne for Gypsies che vedrà sul palco Goran Bregovic e la sua Wedding and Funeral Band sabato 16 luglio ore 21.15 in piazza Jacopo della Quercia a Siena. Folk balcanico ed elettronica, temi sacri e ritmi sfrenati: questi gli ingredienti del singolare successo del musicista di Sarajevo venuto alla ribalta grazie alle colonne sonore dei film di Kusturica. È lo stesso Bregovic a definire la sua musica come una “miscela” assolutamente unica che nasce da una frontiera, come quella balcanica, in cui si incrociano la cultura ortodossa, cattolica e musulmana. Nato a Sarajevo da madre bosniaca e padre croato, Goran Bregovic è infatti il frutto di un mélange di differenti tradizioni, a partire dalla scelta della compagine di musicisti con i quali si presenta al concerto che conclude la 68° edizione della Settimana Musicale Senese, la Wedding and Funeral Band, come dire festa e lutto, o gioie e dolori della vita. È l’orchestra formata da una banda gitana di fiati e di ottoni zingara (formata da grancassa, trombe, sax, clarinetto e Glockenspiel), cui si aggiunge una polivocalità bulgara con le voci di Ludmilla Radkova Trajkova e Daniela Radkova Aleksandrova, le percussioni tradizionali, la chitarra elettrica (il suo passato rock mai rinnegato), archi, canti della Chiesa Ortodossa e Cattolica e invocazioni Musulmane. Talento istrionico, artista dalle molte vite, Bregovic ha saputo ben sintetizzare e stilizzare le espressioni musicali che popolano i Balcani, connettendole e proiettandole nell’ampio scenario della musica internazionale. L’incontro-scontro fra elementi della tradizione serba, bulgara, albanese, zigana, turca, con strumenti e stilemi del rock e del pop internazionale ha generato un sound originale che è un vero e proprio prototipo della world music. Non solo: con la sua Wedding Funeral Band, Bregovic rielabora tratti musicali anche molto lontani dai Balcani, come quelli provenienti da Centro e Sud America, ad esempio reggae, rumba, tango. L’incontro tra Bregovic e il regista Emir Kusturica ha infine prodotto nella carriera artistica del musicista di Sarajevo un binomio esplosivo, alimentato dalla forza propulsiva della cultura zigana, e racchiuso in una trilogia: Il tempo dei gitani (1988), Arizona Dream (1993) e Underground (1995). Sulla scia del particolare successo di quest’ultimo film e della sua musica, Bregovic è divenuto il punto di riferimento sonoro del crogiolo della ex Jugoslavia, contribuendo ad abbattere quella invisibile barriera linguistica, culturale e sonora, che separa la penisola balcanica dal resto d’Europa, grazie al mirabolante mix di suoni e immagini che ha travolto gli spettatori internazionali. Oltre alla collaborazione con Kusturica, Bregovic ha scritto musiche per numerosi altri film, tra questi anche per I giorni dell’abbandono di Roberto Faenza (2005) del quale è stato per di più attore. La sua produzione musicale comprende anche molte musiche di scena per il teatro. Con il suo ultimo lavoro discografico, Alkohol, Bregovic è tornato ad occuparsi di un progetto esclusivamente musicale, articolato in due distinti dischi. Il primo, del 2008, è intitolato Sljivovica & Champagne, mentre il secondo è uscito quest’anno con il titolo di Champagne for Gypsies e dà anche il titolo al concerto di sabato 16 luglio. Nato a Sarajevo nel 1950 da madre serba e padre croato, Goran Bregovic crea i suoi primi gruppi rock a sedici anni (“Il rock aveva all’epoca un ruolo fondamentale nella nostra vita. Era l’unica possibilità per poter esprimere pubblicamente il nostro malcontento senza rischiare di finire in galera, o quasi”). Per far piacere ai suoi genitori, Goran si impegna a proseguire i suoi studi di filosofia e sociologia che lo avrebbero portato ad insegnare, se l’enorme successo del suo primo disco non avesse deciso altrimenti. Seguono quindici anni con il suo gruppo White Button e tredici album venduti in 6 milioni di copie. Tour interminabili in cui Goran diventerà l’idolo della gioventù jugoslava. Alla fine degli anni ‘80, Bregovic si libera del suo ruolo sfibrante di “star” e si isola in un “ritiro dorato” in una piccola casa sulla costa adriatica, un vecchio sogno d’infanzia. Qui compone le musiche del terzo film di Emir Kusturica Il Tempo dei Gitani. Ma ben presto scoppiano i primi disordini in Jugoslavia e i due amici sono costretti ad abbandonare tutto e trasferirsi a Parigi. Alla sua origine già mista, Goran ha aggiunto una moglie musulmana, ma i tempi non sono propizi per questa allegra e stimolante mescolanza. Bregovic è impegnato anche nella composizione di musiche per il cinema (si citano Arizona Dream e Underground sempre di Kusturica) e per il teatro (Trieste, Palermo, Amburgo, Sarajevo). Dal giugno 1997, Goran inanella trionfali tournées per tutta l’Europa alla testa della sua Wedding and Funeral Orchestra, presentando tutti i suoi brani più belli, dall’ormai celebre “Ederlezi” (Il Tempo dei Gitani) a “In the Death Car” (Arizona Dream) passando per il vigoroso “Kalashnikov” (Underground) avviato in coro da un pubblico in delirio con il grido “Juris” (All’attacco!!!). Il numero crescente degli spettatori per concerto, come in un recente concerto del 1° maggio a Roma in Piazza S. Giovanni davanti a 500.000 persone, confermano che la sua musica ha un reale impatto sul piano internazionale e che la giovane rock-star degli anni ‘70-‘80 si è affermato come un compositore maturo per il successo internazionale.