L’iniziativa organizzata oggi dalle donne e pensionate di Cgil, Cisl e Uil di Siena dal titolo “La violenza di genere: ricadute sul lavoro e sulla società” ha registrato una grande partecipazione, non solo femminile, ma anche intergenerazionale, con la significativa presenza degli studenti delle classi II B, II D e III B dell’Istituto G. Caselli di Siena.
Il dibattito è stato affrontato sia dal punto di vista dei giovani uomini e delle giovani donne che da quello delle lavoratrici e delle anziane e si è puntato il dito su ogni genere di violenza, da quella fisica, più facilmente riconoscibile, a quella psicologica, più nascosta ma altrettanto lesiva.
I dati sono significativi. Nel senese, dal luglio 2009 al giugno 2012, sono state 319 le donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza, di queste, ben 106 tra il luglio 2011 e il giugno 2012. Molte di loro hanno un livello d’istruzione superiore alla media e per il 57% si tratta di italiane. Delle donne che hanno subito violenza il 57% è coniugata e nella maggior parte dei casi non ha un’indipendenza economica: il 17% ha un lavoro saltuario, il 9% è casalinga, il 3% studentessa, l’1% pensionata, il 29% inoccupata; solo il 41% ha un’occupazione. L’aggressore è sempre più spesso il coniuge o il partner (72,1% dei casi).
Purtroppo il fenomeno è in costante aumento, anche quello sui luoghi di lavoro. Non si tratta solo di violenza fisica o sessuale, ma anche psicologica e lesiva della libertà di scelta: dimissioni in bianco (pratica purtroppo non ancora debellata), carriere bloccate, stipendi inferiori rispetto a quelli maschili,…
Dal confronto è emersa l’urgente necessità, anche in scarsità di risorse, di un potenziamento della rete creata dal Tavolo Istituzionale Provinciale sulla violenza di genere: servono nuovi strumenti di accompagnamento e sostegno alle donne in difficoltà, campagne di sensibilizzazione, percorsi di riconoscimento del fenomeno da parte delle stesse vittime.