Il fascino dell’“Orca di Capellini” rivive ad ArcheoFest 2012

La pliocenica “Orca di Capellini” torna idealmente a casa, a Cetona, nel luogo del suo ritrovamento avvenuto alla fine dell’Ottocento, grazie ad una fedele ed eccezionale riproduzione che ne svela l’imponente bellezza. Sarà la principale attrazione al centro dell’esposizione “Dall’acqua alla terra. Balene e orche fossili in Val di Chiana”, che si inaugura il 6 luglio alle 18.00 e resterà aperta presso il Museo Archeologico per la Preistoria del Monte Cetona fino al prossimo 30 settembre.

 

L’evento apre il ricco calendario di appuntamenti di ArcheoFest 2012 – il Festival nazionale dell’Archeologia in programma dal 6 al 21 luglio a Chianciano Terme e in alcune delle località più belle della Val di Chiana – una produzione Fondazione Monte dei Paschi di Siena e Vernice Progetti Culturali, con il coordinamento scientifico di Fondazione Musei Senesi in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Toscana, Provincia di Siena e Comune di Chianciano Terme e la partecipazione dei Comuni di Cetona, Chiusi, Montepulciano, Sarteano, Pienza, San Casciano dei Bagni, Trequanda e dell’Unione dei Comuni della Val di Chiana Senese.

 

Il suo nome originario è Orcinus Citoniensis ma è stata ribattezzata l’“Orca di Capellini” perché a documentarne il ritrovamento fu il grande geopaleontologo Giovanni Capellini nel suo “Di Un’Orca fossile scoperta a Cetona in Toscana” – Memorie dell’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna. Oggi è conservata a Bologna presso il Museo Geologico che porta il nome di Capellini.

 

La riproduzione iperrealista dell’affascinante reperto fossile ha richiesto una serie di delicati interventi e l’impiego di tecniche specifiche. Al primo intervento di consolidamento del fossile è seguita la realizzazione dell’impianto di calco dopo aver separato adeguatamente gli elementi costitutivi del fossile (vertebre, costato, cranio ecc.). Completata la realizzazione del calco si è passati alla fase più delicata di finitura e alla successiva fase di decorazione pittorica, attraverso tecniche specifiche di coloritura con colori acrilici polimerici. Il risultato è stato sorprendentemente fedele all’originale.

 

 

 

 

 

Ingresso alla mostra compreso nel biglietto del Museo