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Il genocidio degli armeni ricordato in uno spettacolo-concerto ai Rozzi

“Armenia fiorisce il canto” è lo spettacolo-concerto di Massimo Lippi a memoria del genocidio del 1915

 “Armenia fiorisce il canto”, lo spettacolo-concerto promosso dall’associazione culturale Musicaincanta per domani, alle 21, al Teatro dei Rozzi nell’ambito del festival Siena Città Aperta, propone un ampio ventaglio di partecipazioni che spaziano dalle soprane Agnessa Gyurdzhyan e Klàra Mitsova alle pianiste Lilit Khachatryan ed Elina Yanchenko, dalle allieve della scuola di “Danza nel mondo” diretta da Judith Bartlett ad Agostino Lippi, il quale ha scolpito nella pietra il “Tavolo della Pace” nel simposio internazionale di Shushi in Artsakh (Armenia, 2014) e che vestirà i panni del terribile distruttore del popolo armeno. E’ un’opera teatrale scritta e diretta dal poeta e artista senese Massimo Lippi, che rilancia il messaggio della sua scultura monumentale realizzata nella città di Ashtarak a memoria del genocidio subito dalla popolazione armena nel 1915

L’impegno civile a favore della pace e della natura ha portato Massimo Lippi a scrivere quest’opera che si avvale di simboli, immagini, danza e melodie per testimoniare «un fatto storico che pesa ancora sulla coscienza del mondo – come sostiene il Maestro – attraverso la sublimazione di un dolore che non può essere placato con il torpore della dimenticanza. Per questo, abbiamo il dovere di riaccendere, attraverso l’arte, i segni vivi della Verità e della Giustizia e di riaffermare, libero e alto, l’immenso valore della pace e della convivenza tra gli uomini».

Un’opera che ha raccolto il plauso anche di Victoria Bagdassarian, ambasciatrice della Repubblica di Armenia, che ha nei giorni scorsi ha inviato una lettera al sindaco Bruno Valentini: «Quando ho sfogliato il programma di ‘Siena Città Aperta’ – scrive – ho subito notato nell’introduzione le parole pace, tolleranza e diritti umani. Parole che oggi hanno perso la loro forza e il loro significato: la pace non è sempre il traguardo, la tolleranza è sostituita dalla paura e i diritti umani sono stati calpestati da un individualismo cieco e sfrenato. Eppure, il Comune di Siena con un programma ricchissimo di eventi si è posto l’obiettivo, difficile da realizzare ma per questo ancora più importante e fondamentale, di guidare i cittadini alla scelta di un mondo non di differenze ma di solidarietà».

Victoria Bagdassarian plaude al Festival Siena Città Aperta e racconta che «da armena, figlia di un popolo che ha sempre creduto nella cultura, desidero ringraziare Lei, la Giunta Comunale, il Consiglio Comunale e tutto il Comune di Siena per una manifestazione che è una dichiarazione di intenti. Ed è un ringraziamento che non si limita oggi ma vuole estendersi a quanto Siena, le sue istituzioni e la sua cittadinanza hanno fatto nel tempo riservando un’attenzione affettuosa e morale, all’Armenia, alla sua cultura, alla sua storia, al suo Genocidio». L’ambasciatrice, che non sarà a Siena per impegni presi precedentemente, conclude la missiva affermando che «vi saranno presto altre occasioni per ribadire la storica amicizia Armenia-Italia e Armenia-Siena».

Per quanto riguarda l’opera, nella prima scena irrompe la soavità degli angeli, raffigurati dal gruppo di allieve della scuola di “Danza nel Mondo”. La voce struggente e malinconica della cantante armena Agnessa Gyurdzhyan reinterpreterà alcuni canti popolari in un’avvolgente sequenza di motivi e anche l’episodio evangelico di Gesù in agonia nell’orto degli ulivi. Al pianoforte, la musicista armena Lilit Khachatryan ed Elina Yanchenko si alterneranno nell’esecuzione di brani tradizionali per dare maggiore rilievo all’azione scenica, mentre la Maestra Klàra Mitsova interpreterà un canto in un crescendo drammatico di potente suggestione. L’iniziativa è a ingresso libero.

Emilio Mariotti

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