Olii, tempere, scaglie d’oro e sabbia e soprattutto il pennello e il talento del grande Aleardo Paolucci raccontano e reinterpretano il rapporto tra Papa Pio II Piccolomini e la città ideale per antonomasia, che grazie al Pontefice fu immaginata e costruita: Pienza.
“Aleardo Paolucci. Tra Pienza, Siena e Roma sulle tracce di Pio II” è il titolo dell’esposizione presentata oggi – alla conferenza c’era anche il figlio del pittore – che sarà visitabile al Santa Maria della Scala fino al prossimo 9 giugno. Cinquantaquattro sono le opere in mostra. Nei dipinti soggetti principali sono il paesaggio, la figura umana e le nature morte di fiori e frutta. La realizzazione è affidata, tra l’altro, alla Fondazione Santa Maria della Scala con il contributo di Fondazione Monte dei Paschi e la cura di Laura Bonelli, di Vernice progetti culturali. Il catalogo è invece prodotto da Sillabe, casa editrice di Opera Laboratori.
La mostra, così come lo stesso Paolucci l’aveva concepita e curata nel 2005, è ancora oggi estremamente attuale nel panorama artistico contemporaneo. Paolucci, cittadino pientino, torna dunque a Siena, la città dove ha studiato e dove ha realizzato otto bozzetti di palii. Tre sono diventati drappelloni. Le carriere furono vinte dalle contrade della Lupa, della Tartuca e della Pantera tra gli anni cinquanta e sessanta. Momento unico quello di poterli vedere dal vivo, grazie alla collaborazione e disponibilità dei musei delle contrade che hanno permesso di apprezzare il valore dei “cenci” ideati da Aleardo.
Dopo Siena l’esposizione farà tappa a Pienza ed in seguito a Roma, a palazzo Merulana.L’iniziativa rientra nel programma delle celebrazioni per Aleardo Paolucci, a poco più di dieci anni dalla sua scomparsa, che andranno avanti fino al 2027.
L’obiettivo? Raccontare il pittore toscano in tutte le sue sfaccettature; l’uomo le opere e la vita. Un’occasione anche per valorizzare la sua terra e farla conoscere anche attraverso i suoi dipinti e la sua visione.
“Luogo di arrivi e partenze lungo la via Francigena, di accoglienza, cura e welfare, il complesso museale Santa Maria della Scala, anche in occasione della mostra dedicata a Aleardo Paolucci, alimenta e ispessisce la sua insita vocazione. La nostra, infatti, è la prima tappa di un viaggio che attraversa tre sedi che in sinergia si sono spese per organizzare questa esposizione”, ha esordito il direttore della Fondazione Santa Maria della Scala Chiara Valdambrini.
Parole ribadite da Niccolò Fiorini che ha portato il saluto di tutto il Cda: “Siamo molto lieti di collaborare con istituzioni e realtà culturali per valorizzare la figura di Aleardo Paolucci”.
A prendere la parola è stato quindi Carlo Rossi, presidente di Fondazione Monte dei Paschi: “Per la Fondazione Mps, legata profondamente al territorio, è stato naturale partecipare – tramite la società strumentale Vernice Progetti Culturali – alla mostra itinerante di un artista le cui opere sono intimamente radicate ai luoghi natii e ad un protagonista della terra pientina, come Papa Pio II”.
Laura Bonelli ha dunque sottolineato che “Vernice Progetti Culturali ha curato la parte creativa della mostra ideando anche l’immagine coordinata partendo da un’idea di Enki produzioni, una giovane realtà pientina che si occupa di produzione, distribuzione e promozione nell’ambito di progetti culturali e di spettacolo dal vivo”.