“Studiare qui dà una sensazione strana, sembra ancora di respirare l’aria di quel passato che poi passato lo è da non poi così tanto”.
“Beata lei che ne ha respirato solo l’aria, io ancora ne sento le grida di disperazione e dolore”.
Siamo a Siena, in un luogo molto frequentato e altrettanto abbandonato, ora sede dell’Università ma sino al 1999 Ospedale Psichiatrico.
Ciò che resta di questo vicino passato è ben poco. Le strutture che componevano il villaggio manicomiale diffuso, versano in uno stato di completo degrado e abbandono, a partire dalla Farmacia (sulla destra appena superata la sbarra d’ingresso), sino ad arrivare nella parte posteriore al reparto Conolly. Il Conolly è un eccezionale esempio in Italia di panopticon: un’architettura creata per la sorveglianza da un unico punto di vista dei pazienti, qui nelle cellette singole (alcune delle quali rivestite dai materassi) i pazienti hanno lasciato graffiti che ancora testimoniano la loro disperazione e follia. Attualmente il reparto Conolly versa in uno stato di abbandono totale, dall’esterno attraverso i vetri rotti, è possibile osservarne la decadenza.
Il villaggio diffuso prevedeva una serie di officine, dove i pazienti venivano impegnati nella realizzazione di lavori manuali, i resti di questi laboratori sono distinguibili in quanto è ancora appeso al loro esterno il simbolo che li contrassegnava: ad esempio fuori da ciò che era l’officina dei calzolai vediamo ancora appesa fuori una scarpa in ferro. Oltre le officine si trovavano i campi destinati alla parte agricola. L’edificio del San Niccolò per quanto possa sembrare abbastanza recente, dato il rifacimento avvenuto negli anni 1870-90 da parte dell‘Azzurri, risale in realtà al XIV secolo e fu un monastero sino al 1818, anno di inaugurazione dell’Ospedale Psichiatrico.
Del passaggio di chi in questo posto venne rinchiuso, l’artista Giovanni Sesia ha realizzato una mostra, curata da Valeria Mileti Nardo, utilizzando come spazio espositivo la chiesetta dell’edificio del San Niccolò.
La mostra dal titolo Il Villaggio degli esclusi,volti e storie del manicomio di Siena recupera in maniera senza dubbio toccante, la memoria del manicomio, le storie dei matti, degli esclusi degli altri. L’artista ha lavorato su due tipologie di documenti conservati nell’archivio dell’ex Ospedale Psichiatrico: le fotografie dei degenti e i documenti scritti, come le cartelle cliniche ed un registro-diario. I documenti scritti sono stati riproposti come puro testo a sfondo e integrazione dei volti riportati sulle tavole lignee e la chiesa è attraversata da voci che rievocano queste testimonianze del passato.
La visita guidata al villaggio manicomiale e alla mostra verrà organizzata venerdì 29 maggio alle 17 dal gruppo FAI Giovani Siena che al termine della passeggiata culturale a cura di Davide Orsini (Storia della Medicina-Università di Siena), organizzerà una pizzata all’Orto de Pecci.
Foto e testo a cura di Federica Marras