Due teste e una ragazza è una fiaba musicale che recupera un’antica leggenda indiana (che ha ispirato anche Thomas Mann per il suo racconto Le teste scambiate), rivisitata in questa occasione in chiave slava: un bizzarro triangolo amoroso al limite del paradossale e del grottesco che sfocia in un racconto fantastico dell’assurdo. Il soggetto narra di Padma, una fanciulla che sposa il giovane e riflessivo Candra, ma ama il corpo del suo atletico amico Bathi. Quando nel tempio della dea Kalì i due ragazzi prendono coscienza della situazione, si decapitano entrambi; Padma disperata ottiene la grazia della dea, che riporta in vita i due giovani con le teste scambiate. Una vicenda sulla lotta tra la fisicità e l’intelletto, fra l’amore ideale e quello passionale in una dimensione fiabesca dispiegata nei toni della commedia.
“Il momento centrale del racconto, lo scambio delle teste e dei corpi, è surreale e fantastico – racconta la stessa Žebeljan -. Tutto questo costituisce un eccellente stimolo per la composizione di un’opera. Nel libretto di Borislav Čičovački i personaggi sono continuamente in viaggio per motivi diversi, importanti. Questo approccio nei confronti del racconto mi è piaciuto molto perché suggerisce molteplici possibilità di interpretazione filosofica, avventuristica, surreale”.
Originale talento e grande espressività teatrale, capace di fondere elementi della musica colta con le suggestioni balcaniche, la musicista di Belgrado vanta collaborazioni anche per il teatro e il cinema (fra cui quella con Goran Bregovič per le musiche dei film di Kusturica) ed è spesso ospite di festival dedicati alla nuova musica come la Biennale di Venezia, il Festival Rai Nuova Musica (Torino), Settembre Musica (Milano), Music Biennale Zagreb e il Belgrade Music Festival. I lunghi periodi trascorsi quando era bambina nella casa dei nonni in un villaggio del Banato, in quella parte della pianura pannonica dove sono nati anche Bartók e Kurtág e, non molto lontano, Ligeti – regione che oggi è divisa tra Serbia, Romania e Ungheria –, ha permesso a Isidora di ascoltare dal vivo la musica serba, rumena, ungherese e tzigana. Quella musica le cui melodie, piene di nostalgica passione e cariche di ornamenti, possiedono un ritmo complesso e inafferrabile che le accomuna al cante jondo andaluso e alla musica popolare del Rajsthan, ha generato in Isidora Žebeljan un primario e inestinguibile entusiasmo per il suono tracciando anche le linee fondamentali del suo pensiero musicale. Tuttavia, nell’opus artistico di Isidora la musica della tradizione popolare rappresenta solo l’inizio per la costruzione del suo mondo musicale, di cui fanno parte anche le esperienze del melos popolare e del jazz (del be-bop, ad esempio). Come ha scritto il critico della rivista «Neue Zeitschrift für Musik»: «La sua musica è simile ad una febbricitante fantasia che grida e geme, deride e colpisce, celebra e scoppietta, oscillando tra… Belgrado e New York…».
Firma la regia Ran Arthur Braun che dello spettacolo sarà anche visual designer. Ne sono interpreti due soprani (Aneta Ilic’ e Aile Asszonyi), due baritoni (Ivan Ludlow e Piotr Prochera), un attore (Nikola Đuričko), il clarinettista Alessandro Carbonare nei panni dell’Indovino e l’Orchestra Žebeljan diretta da Premil Petrovič.
Biglietti: Primi posti (platea e palchi di I e II ordine) € 25; Ingresso (palchi di III e IV ordine) € 18; Ingresso ridotto* € 8 (le riduzioni sono riservate agli studenti, ai giovani sotto i 26 anni e a chi abbia compiuto 65 anni) . Info: tel. 0577-22091
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