Le mafie in provincia di Siena, dal dossier 2013 della Fondazione Caponnetto

La provincia di Siena è all’ultimo posto in Toscana e al 85° a livello nazionale, con 8.513 reati denunciati (3.122 ogni 100.000 abitanti) nella classifica stilata da Il Sole 24 Ore, nel 2011, in collaborazione con l’Associazione nazionale funzionari di Polizia.

Oltre quelli già evidenziati nei paragrafi precedenti (41 mafiosi in soggiorno obbligato in provincia di Siena nel periodo 1961-1973 e 5 beni confiscati + 14 immobili non confiscati in via autonoma, cioè immobili che costituiscono il patrimonio di beni aziendali confiscati) ci sono altri numeri che indicano la rilevanza della presenza criminale in questa zona della Toscana: 20 operazioni di polizia o fatti gravi che si sono verificati dal 1996 ad oggi e 8 gruppi criminali mafiosi (3 clan della camorra, 3 della criminalità organizzata siciliana, 1 della ‘ndrangheta e 1 di quella pugliese) che sono stati coinvolti in fatti accaduti nella provincia di Siena.

Occorre ricordare che uno dei beni più importanti confiscati a cosa nostra si trova proprio in Toscana. Nel mese di luglio 1995, viene valutato 2.000 miliardi di lire il patrimonio dell’imprenditore palermitano Vincenzo Piazza, arrestato nel luglio del 1994 con l’accusa di associazione mafiosa, ritenuto dagli inquirenti il referente di cosa nostra a Niscemi, uno dei centri più importanti della provincia nissena. Uno dei beni confiscati all’imprenditore è

l’Azienda Agricola Suvignano, con sede nel Comune di Monteroni d’Arbia (SI), un’estensione di 800 ettari.

La presenza delle famiglie mafiose siciliane è segnalata anche nella relazione semestrale della DIA del 2009, nella quale si parla della presenza di un “traffico di droga nel senese in cui è coinvolta cosa nostra messinese”.

Nello stesso rapporto si fa riferimento anche alla criminalità organizzata calabrese: “In Toscana le più recenti acquisizioni informative sembrano confermare, in generale, la pericolosità dei processi di ramificazione affaristica dei sodalizi calabresi tradizionalmente attivi nelle province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia. Attività info-investigaive nei confronti di soggetti organici a note cosche del reggino hanno fatto emergere, tra l’altro, una significativa sproporzione tra i redditi dichiarati ed il valore dei beni nella loro disponibilità, per i quali sono in corso ulteriori approfondimenti di carattere patrimoniale. Sul fronte del contrasto svolto dalle Forze di Polizia, non sono mancati i riscontri info- investigativi sull’efficienza dei sodalizi calabresi in Toscana… Le valutazioni analitiche hanno permesso di riscontrare l’interesse del gruppo criminale calabrese verso settori commerciali della provincia di Siena, dove investire somme di denaro provento di verosimili attività criminali”.

 

Di seguito sono elencati alcuni episodi di maggior rilievo:
1. Maggio 1996, arrestate 22 persone tra Enna, Catania, Siena e Milano. Sono

accusati da 2 pentiti della provincia di Enna di far parte di un banda dedita al traffico di droga e di armi. Gli investigatori non escludono che siano responsabili di alcuni omicidi avvenuti negli anni scorsi nell’Ennese.

2. Maggio 2000, operazione Giglio Vitale, i Carabinieri del ROS hanno effettuato un blitz in contemporanea a Palermo, Siena, Firenze e in altre località della penisola nei confronti di appartenenti al mandamento di Partinico (PA), espressione dello schieramento di cosa nostra facente capo al clan dei corleonesi. (vedi pag. 23, n. 9).

3. Novembre 2002, sequestrati beni per 150 milioni di euro (tra Palermo, Roma, Milano e Siena) al costruttore palermitano Francesco Zummo, arrestato nel 2001 con l’accusa di associazione mafiosa e di avere riciclato il denaro dell’’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino, di Bernardo Provenzano e altri mafiosi.

4. Novembre 2008, operazione nei confronti di un’organizzazione criminale dedita al riciclaggio di autoveicoli. (vedi pag. 114, n. 11).

5. Maggio 2009, operazione Black, i Carabinieri di Poggibonsi e di Radda in Chianti hanno arrestato 17 persone e denunciate altre 35. Gli indagati, di nazionalità italiana e albanese, sono accusati di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio e di altri reati connessi. È stata sequestrata droga per un valore complessivo di 200.000 euro.

6. Marzo 2010, operazione antimafia contro la rete di favoreggiatori del capo di cosa nostra, Matteo Messina Denaro. (vedi pag. 116, n. 20).

7. Giugno 2010, operazione Golden Travel, eseguita nei confronti del clan camorristico Di Biasi. (vedi pag. 90, n. 14).

8. Agosto 2010, 8 ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dalla Procura Distrettuale Antimafia del Tribunale di Firenze, al termine di una operazione contro la criminalità organizzata, svolta congiuntamente dai Carabinieri di Montepulciano e dalla Guardia di Finanza. I provvedimenti restrittivi, eseguiti nelle provincie di Catanzaro, Reggio Calabria, Spoleto (PG), Cuneo e Napoli, sono diretti ad altrettanti soggetti – (un campano, cinque calabresi e due umbri) – ritenuti responsabili di associazione di stampo mafioso finalizzata ai reati di tentato sequestro di persona, estorsione, lesioni e furto in abitazione, commessi nell’arco temporale che va dal 2008 al 2009, nel territorio di Montepulciano, Sinalunga, Chianciano Terme, Chiusi, Ciampino e Spoleto. Le lunghe e complesse indagini partite in seguito all’incendio della discoteca La Capannina avvenuto il 5 marzo 2008, ed hanno permesso di far luce anche su un tentativo di sequestro di persona avvenuto in precedenza e svanito solo per la resistenza fisica messa in atto dalla vittima. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, per radicarsi in Toscana il gruppo sarebbe entrato in contatto con un personaggio che già aveva affari nel Senese. I rapporti fra lui e i componenti dell’associazione sarebbero però presto degenerati e l’uomo sarebbe stato così vittima, fra l’altro, di un tentativo di sequestro e di un’estorsione: la cifra richiesta, per un debito non ingente, era di 2 milioni di euro. Il gruppo criminale che comprende anche un affiliato ad una pericolosa nota ‘ndrina, quella dei Crea di Rizziconi (RC), già condannato per omicidio volontario e associazione mafiosa, al tempo dei fatti sottoposto a regime di semilibertà, aveva l’obiettivo di rafforzare la cosca nella regione.

9. Febbraio 2011, sono stati arrestati 12 appartenenti al clan D’Alessandro. Le indagini, condotte dalla DDA di Napoli, iniziate nel 2009, hanno consentito di acquisire elementi probatori su due rapine e su violazioni in materia di armi e di sostanze stupefacenti, tutti reati consumati tra Castellammare e alcune regioni d’Italia come la Toscana, l’Emilia Romagna e la Calabria. L’organizzazione criminale riusciva a riciclare parte dei proventi delle attività illecite in iniziative imprenditoriali in Toscana, attraverso la complicità di pregiudicati del napoletano residenti in regione.
Quest’ultimi, padre e figlio, residenti in provincia di Siena, avevano dato ospitalità ad un componente del clan che aveva partecipato all’omicidio del consigliere comunale di Castellammare di Stabia, Luigi Tommasino, ucciso in un agguato il 3 febbraio 2009. Sempre in Toscana i D’Alessandro stavano cercando di ripulire il denaro acquistando alcune società ed aprendo alcune attività. Nel mese di ottobre 2012 sono stati sequestrati due terreni a Piancastagnaio (SI).

10. Febbraio 2011, i Carabinieri e la Guardia di Finanza di Caserta, hanno dato esecuzione ad un di sequestro preventivo, emesso dalla DDA, nei confronti di Carmine Diana, 56 anni, ritenuto contiguo al clan dei casalesi, fazione Bidognetti. Nel corso delle indagini sono state arrestate 14 persone affiliate e contigue al gruppo criminale dei casalesi.
L’inchiesta ha permesso di individuare un consistente patrimonio nella disponibilità di Carmine Diana, responsabile di concorso in riciclaggio, per eludere la rintracciabilità di beni riconducibili alla malavita. In sostanza il Diana, acquistandoli con denaro datogli direttamente da esponenti della camorra, si intestava fittiziamente beni per conto di quei vertici di cui risultava di fatto amministratore fiduciario, ricavando continuativi utili di rientro gestendo ed eseguendo su di essi operazioni finanziarie, quali la vendita di prodotti agricoli, affitto della proprietà immobiliare ed altro. Il tutto con l’aggravante di aver agito al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa capeggiata da Bidognetti Francesco. Il provvedimento cautelare è stato eseguito a Caserta, Casal di Principe (CE), Cancello ed Arnone (CE), Capua (CE), Cerreto d’Esi (AN), Chianciano Terme, Torrita di Siena, San Cesareo (RM) e Minturno (LT). Il sequestro ha come oggetto 12 società, 38 terreni, 36 appartamenti, 39 autorimesse, 6 locali deposito, 20 veicoli, il tutto per un valore stimato in circa 15.000.000,00 di euro, a cui vanno ad aggiungersi 7 polizze assicurative – ramo vita – e 62 rapporti bancari/postali. Per l’attività di sequestro nel territorio senese, i Carabinieri di Caserta hanno operato insieme ai Carabinieri delle Stazioni di Chianciano e Torrita di Siena, sequestrando in particolare 9 appartamenti e 21 autorimesse posti in uno stesso stabile (a Chianciano) e 2 appezzamenti di terreno (a Torrita di Siena) di cui l’uomo era proprietario.

11. Marzo 2011, operazione The Butchers, eseguita dai militari della Guardia di Finanza di Bari nei confronti di un’organizzazione di narcotrafficanti italo-albanese. Coinvolto anche il clan pugliese Zonno. (vedi pag. 72, nr. 48).

12. Aprile 2011, la Guardia di Finanza di Siena ha sequestrato oggetti riproducenti carri armati, cannoni e aerei assemblati con bossoli e ogive da guerra. Gli articoli erano posti in vendita in un negozio di cineserie di Siena che, a sua volta, si riforniva presso un deposito della provincia di Firenze. Ogni componente di quei singolari pezzi di arredamento era perfettamente riutilizzabile con un’operazione di ricarica effettuabile da chiunque avesse dimestichezza con le armi, compresi cacciatori e hobbisti del tiro sportivo. I proiettili rinvenuti sono animati in acciaio e quindi maggiormente pericolosi di quelli in dotazione alle Forze di Polizia che sono in piombo. Probabilmente, la materia prima per la produzione degli stessi era reperita a costo zero presso depositi militari della Repubblica Popolare Cinese.
La perizia ha stabilito che i 25.000 proiettili sequestrati sono utilizzabili con il noto fucile d’assalto AK47, meglio conosciuto come kalashinikov. Due persone, il negoziante e il fornitore, entrambi di origine cinese, sono stati denunciati per la violazione della normativa delle armi da guerra.

13. Maggio 2011, operazione Usurama, la Guardia di Finanza di Roma ha eseguito 6 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari nell’ambito di un’indagine contro un gruppo criminale radicato nella Capitale, dedito in via esclusiva e continuativa a delitti di usura, abusivismo finanziario, truffe a istituti di credito, riciclaggio, falso, favoreggiamento e bancarotta fraudolenta. Complessivamente sono indagate 56 persone, nei cui confronti le Fiamme Gialle hanno proceduto al sequestro – a Roma e in altre 10 province italiane (Pescara, Chieti, L’Aquila, Teramo, Latina, Rieti, Viterbo, Siena, Bologna, Piacenza) – di un rilevante patrimonio mobiliare e immobiliare: 66 conti correnti bancari, 56 immobili e terreni, diverse autovetture e azioni/quote di 10 società. Alcuni degli indagati sono accusati anche di riciclaggio per aver ripulito una somma complessiva di circa 5 milioni di euro.

14. Maggio 2011, eseguita dalla Squadre Mobile di Firenze, con la collaborazione degli omologhi uffici di Milano, Siena e Alessandria, nei confronti di un’organizzazione dedita al traffico di stupefacenti e al favoreggiamento della prostituzione. (vedi pag. 73, n. 53).

15. Giugno 2011, i Carabinieri del Ros hanno rintracciato in Toscana uomini d’onore di pericolosa levatura, fra cui il nipote di don Tano Badalamenti, Gaspare Ofria,

Antonino Vaccaro e Gandolfo Zafarana di Polizzi Generosa (PA). (vedi pag. 73, n. 54). 16. Settembre 2011, rapina ad un furgone portavalori sulla Firenze-Siena. Dieci

rapinatori hanno svaligiato il blindato mettendo di traverso un camion e delle macchine a cui hanno dato fuoco. I rapinatori hanno usato tecniche militari.

17. Ottobre 2011, operazione dei Carabinieri a Paola in Calabria contro i narcotrafficanti. (vedi pag. 154, n. 40).

18. Novembre 2011, operazione Travelling riders, condotta dalla Squadra Mobile di Enna e dal commissariato di Piazza Armerina in collaborazione con le Squadre Mobili di Catania, Reggio Calabria, Roma, Ancona, Siena, Milano e Cremona. In manette sono finite 25 persone che usavano un’ambulanza per mettere a segno una serie di rapine a istituti di credito e poi darsi alla fuga senza incontrare ostacoli. La banda contava su più gruppi e su basisti che fungevano da supporto logistico, fornendo alloggi, indicazioni sulle banche e le vie di fuga, a chi entrava in azione.

19. Dicembre 2012, la filiale della Banca Cras di Colonna San Marco è stata rapinata da tre malviventi, che hanno portato via un bottino di circa 20.000 euro. Gli uomini, col viso coperto da un passamontagna, si sono introdotti all’interno passando da una finestra sul retro della filiale in Strada di Pescaia poco dopo la chiusura al pubblico. Armati di pistola e taglierino, hanno intimato ad alcuni dipendenti presenti la consegna del bottino, mentre altri dipendenti sono stati legati e chiusi in bagno. I tre malviventi sono poi scappati a bordo di un’auto.

20. Gennaio 2013, operazione Mixer eseguita nei confronti delle famiglie mafiose madonite, con sequestro di beni. (vedi pag. 84, n. 105).

Conclusioni

La situazione esistente nella provincia di Siena è migliore rispetto agli altri territori della Regione. Non bisogna, però, sottovalutare il fenomeno che ha assunto comunque livelli rilevanti, che non devono essere assolutamente minimizzati. Da mettere sicuramente in evidenza la radicata presenza di organizzazioni criminali, in particolar modo, di origine siciliana e campana. Di assoluto rilievo l’operazione antimafia del 2010, finalizzata a colpire la rete di favoreggiatori del nuovo capo di cosa nostra, Matteo Messina Denaro, che ha visto interessata anche la provincia di Siena.