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Le marionette Colla con una prima esecuzione in tempi moderni della La boîte à joujoux di Claude Debussy per i 150 anni della nascita chiudono la 69ª Settimana Musicale Senese

L’ultimo appuntamento della 69ª Settimana Musicale Senese è per lunedì 16 luglio alle ore 21.15 al Teatro dei Rozzi con un gradito ritorno, quello della Compagnia Marionettistica Carlo Colla e Figli che rinnova quel legame con l’Accademia Chigiana che nel 2008 ha portato (con Filemone e Bauci di Haydn) alla vittoria del Premio Abbiati, il più prestigioso riconoscimento italiano nel campo della musica assegnato annualmente dall’Associazione Italiana Critici Musicali.

La Compagnia di marionette più famosa in Italia e che fa scuola all’estero, presenta lo spettacolo con la regia di Eugenio Monti Colla Omaggio a Claude Debussy di cui quest’anno ricorrono i 150 anni della nascita. Le marionette prenderanno vita sulle note di Prélude à l’après midi d’un faune, Children’s Corner e La boîte à joujoux la cui musica sarà interpretata dal pianista Enrico Pace. Le scene e le luci sono di Franco Citterio mentre ad animare le marionette ci saranno dodici bravissimi professionisti della compagnia marionettistica di Milano (sono lo stesso Eugenio Monti Colla con Franco Citterio, Mariagrazia Citterio, Piero Corbella, Camillo Cosulich, Debora Coviello, Cecilia Di Marco, Mariapia Lanino, Tiziano Marcolegio, Sheila Perego, Giovanni Schiavolin, Paolo Sette).

 

Così Eugenio Monti Colla introduce il suo nuovo lavoro: “Il primo incontro della Compagnia Marionettistica Carlo Colla e Figli con la musica di Debussy avvenne nel 1916 quando, su invito del duca Guido Visconti di Modrone, assiduo spettatore con la famiglia degli spettacoli marionettistici al Teatro Gerolamo di Piazza Beccaria, i Colla rappresentarono a Palazzo Visconti in Milano La boîte à joujoux di cui per l’appuntamento chigiano riproponiamo la prima ripresa in tempi moderni. Al pianoforte si esibiva lo stesso padrone di casa, Accademico d’Italia. È, quindi, il nostro, un ritorno alle origini che soddisfa, per altro, l’intenzione dell’autore: quella di comporre un’opera per marionette. L’occasione di avere in repertorio uno spettacolo nuovo con musiche di un autore così particolare e così complesso come Debussy è parsa davvero unica… La musica di Debussy, al suo apparire divise la critica in fazioni opposte: nessuno fu mai più capace di ascoltare la voce della natura, di discernerne le vaste armonie, confusi rumori per il resto dei mortali… È una musica che manca di forme, di melodia: essa è fluttuante come i riflessi sull’acqua di immagini agitate dal vento… Questa musica non possiede né armonia, né melodia, né tonalità, né ritmo. Inoltre il soggetto propone numerosi spunti per ritrovare nel mondo marionettistico le radici di quello che fu, per eccellenza, il teatro dell’illusione e della meccanicità in epoca barocca, elementi che andranno a sottolineare l’eterna lotta del ‘bene’ e del ‘male’ sino al raggiungimento della felicità dei protagonisti”.

 

Ne L’après-midi d’un faune (1912) la Compagnia evidenzierà “l’angolosità” delle movenze e la “meccanicità” del corpo, caratteristiche che coincidono con la gestualità degli attori di legno. Mentre sulle note de L’après-midi d’un faune, le marionette si faranno interpreti del mondo della classicità e della mitologia quasi a evocare Narcisso, Dafne e Cloe e suggerendo allo spettatore ciò che di metafisico e di simbolico appare al di là della loro gestualità enfatica e, pur sempre, meccanica. Ecco poi un mondo onirico come spunto per la realizzazione di Children’s corner composto nel 1907, dove alla piccola Chou-Chou – il soprannome di Claude-Emma la figlia appena nata di Debussy -, addormentata in sonno profondo appariranno, evocati dal sogno, i compagni di ogni giorno: i suoi giocattoli idealmente umanizzati. La boîte à joujoux (“La scatola di giocattoli”) è un “balletto per bambini” composto da Debussy nel 1913 su proposta di André Hellé, pittore che lavorava per riviste illustrate e per il teatro. “Le scatole di giocattoli sono delle specie di città dove i giocattoli vivono come delle persone. O dove delle persone vivono come dei giocattoli”, recita lo scenario. Riso e sorriso si danno continuamente il cambio, intrecciandosi nei venti minuti che compongono il brano. Si ride per la buffa caratterizzazione dei personaggi, si ride per l’improbabile battaglia che si svolge fra i soldati e i Pulcinella, a suon di proiettili-piselli, si ride quando, all’entrata della truppa, risuona il tema del coro dei soldati dal Faust di Gounod, con esilarante cortocircuito fra musiche. Si sorride teneramente, invece, della storia d’amore fra il soldatino e la bambola. Si sorride, anche, del tenerissimo lieto fine: una volta smascherato l’animo infido di Pulcinella l’idillio fra bambola e soldato sarà consacrato dal matrimonio e da una schiera di pargoli.

Katiuscia Vaselli

Nata nel cuore di Siena, giornalista e contradaiola fervente. Ora Capo-redattorice di Siena News e Presidentessa di Dinamo Digitale.

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Katiuscia Vaselli

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