Il giornale mi sollecita. Professore, non vedo interventi di intellettuali senesi sul grande evento in piazza Jacopo della Quercia, perché non comincia?
Ringrazio dell’invito perché il tema è grosso e importante – e perciò forse non ancora frequentato dai colleghi professionisti della penna (intellettuali è parola che preferisco non usare: lo siamo tutti, forzatamente).
L’evento è stato notevole.
Su questo non c’è dubbio. Musica, luci, immagini assemblate con grande sapienza e tecnicamente in modo molto up to date. La serata inaugurale de ‘La Divina Bellezza’ è stata anche piacevole per i tanti amici che si rivedono in occasioni del genere, anche taluni rientrati dalla diaspora che ha colpito il popolo senese per i noti motivi…Vernissage solo con discorsi inaugurali, perché finito lo spettacolo ne è cominciata subito la replica: brindisi solo alla fine, alla chiusura di settembre? Speriamo, anche per un rendiconto? Sarebbe simpatico, con conferenza stampa per sentire della partecipazione effettiva (e quindi costi/benefici), ma soprattutto del bilancio culturale: si vuole ritoccare, visto che ci sono ancora due stagioni già previste?
Il successo per ora sembra assicurato dal grande battage, fatto senza risparmio e dalla capacità di arrivare sui media nazionali. Opera/Civita non hanno smentito la potenza di fuoco che abbiamo imparato a conoscere con il pavimento e la passeggiata ai piani alti del Duomo. La prossima volta che faccio un libro chiederò se me lo accettano: sono sicuro che con loro si può puntare su tirature da best seller (e all’esposizione ai book shops, sulla qualità dei quali è emersa l’esigenza di più di un approfondimento, ma è problema da esaminare a parte)!
Fin qui tutto bene, quindi. Ora consentirete qualche perplessità, più che problemino. La spesa che il privato ha sostenuto per uno spettacolo del genere è senz’altro molto sostenuta (qualche centinaio di migliaia di euro?) e motiva i prezzi non propriamente popolari dei biglietti: 13 euro che si abbassano solo a 8 per i ridotti (giornalisti compresi) per una famiglia non è spesa da poco!
Ma se l’investimento è stato fatto c’era previsione di rientro tenuto conto dei biglietti e dell’indotto. Si vede lo spettacolo, ma chi è venuto non andrà prima, visto che ha fatto tanta strada, all’Opera, al Duomo ecc.? L’indotto c’è però anche per la città e su questo non ci piove. I “quasi 25mila euro” che, ha detto l’assessore Pallai in Consiglio comunale rispondendo a interrogazione puntuale di Giuseppe Giordano, verranno introitati dal Comune per l’occupazione del suolo pubblico fino a fine settembre, non è gran cifra, sia chiaro, ma i politici dovevano pur tener conto dei (presunti) vantaggi per la città e della promozione della loro immagine. Il sindaco ha avuto modo di arringare la folla con soddisfazione prima della ‘prima’… quasi a presentare una produzione in qualche modo ‘comunale’.
E qui non voglio entrare nelle modalità di conclusione dell’affare, le cui criticità Giordano ha sottolineato con la sua consueta precisione, né voglio entrare sul problema della Nobile e simpatica Contrada che insiste sulla Piazza e che può essere, peraltro, anche fortemente interessata dal 16 agosto in poi ad una riappropriazione prolungata dello spazio: sarà stata consultata preventivamente, si vuole sperare. Avrà avuto le sue rassicurazioni o i ‘compensi’ alternativi ovviamente necessari.
Torniamo alla domanda espressa nel sottotitolo. L’interesse di Siena è far affluire un turismo che non sia solo ‘mordi e fuggi’. Tu mi fai lo spettacolo di notte (anche perché sarebbe altrimenti impossibile) e i turisti vengono a occupare posti-letto, se non proprio in città nelle circostanze o in uno dei mille agriturismi che grazie all’iniziativa privata (e alla sua storia agraria messa tra parentesi dalla cultura ufficiale…) costellano la provincia di Siena, da pochi giorni incoronata principessa del settore.
Non fa una grinza. Senonché lo spettacolo non fa vedere Biancaneve e i sette nani, ma momenti fondamentali della storia cittadina. Come si fa a promuovere un evento che affronta problemi del genere senza un minimo di discussione e di condivisione preventiva? Non sono così professore e così pedante (e antipatico) da mettermi ad elencare errori e lacune del filmato. Ma la giunta avrebbe dovuto approvare con qualche caveat: ce lo fate visionare con qualcuno di nostri cittadini bene introdotti nella storia, e non solo del Duomo? Ad esempio, non credo proprio che possa averlo pre-visto Gabriella Piccinni, tanto per non far nomi ma solo perché è lei da anni la figura di riferimento ufficiale, per così dire, del Comune per la storia medievale cittadina…
Il filmato è necessariamente essenziale e perciò molto difficile. Dare un’idea corretta di molti secoli, e di quale intensità, di storia senese in pochi minuti non era facile. Eppure lo si doveva fare. Perché è da lì che parte l’interesse a saperne di più, l’interesse a fermarsi di più in città, lo stimolo a parlare di Siena in un certo modo una volta tornati in sede.
Spettacolo promozionale unico nel suo genere, doveva avere anche un testo ‘unico’ per raffinatezza, impeccabile (e letto prima in italiano e poi in inglese). Ma allora c’era da farci mettere le mani da più di uno specialista. Non li avesse Siena! Ne abbonda, e il sindaco aveva a suo tempo promesso di valorizzarli: o sbaglio?
Una capitale del passato per quanto decaduta è una realtà storica e umana da trattarsi con la massima cautela. Essendo anche sito Unesco un filmato ben fatto (e completato delle parti mancanti) potrebbe divenire un messaggero internazionale importante.
Parliamone in positivo. Pacatamente, senza partiti presi, e includendo anche gli studiosi antipatici (a volte sono anche Mangia d’oro, ma forse certi forestieri non lo sanno…) quando necessario.
Con amore per il successo personale, ma prima ancora per la città!
Mario Ascheri