Uno spettacolo dedicato al tema dell’acqua come bene comune va in scena venerdì 11 novembre 2011 alle 21,30 alla Sala Lia Lapini (Via Aretina 32) a Siena, dove la rassegna “TeatrInscatola” presenta “Acquario. Una fuga”.
Con Francesco Pennacchia. Di e per la regia di Francesco Perrone che si è ispirato a In mezzo alla polla sguazzava un pesce rosso di Wu Ming, ad un celebre discorso del regista danese Lars Von Trier e ad alcuni monologhi dello scomparso stand-up comedian americano Bill Hicks.
Produzione Straligut Teatro 2011 in collaborazione con Sezione soci Siena Coop Centro Italia. Luci Tommaso Innocenti, costumi Barbara Trisciani, scene Matteo Severini, foto Costanza Maremmi, regista assistente Fabrizio Trisciani.
Un monologo che vuole evidenziare per assenza l’importanza fondamentale delle risorse idriche, immaginando un cambiamento di paradigma e un passaggio di stato: da diritto fondamentale a privilegio, l’acqua da bene comune si trasforma in merce preziosa da razionare e vendere, fonte di potere concentrata nelle mani di pochi.
Acquario gioca con i piani temporali, cercando di evidenziare come alcune aberrazioni che sembrano lontani futuri da incubo sono in realtà passati, eventi già accaduti e dimenticati. Come la guerra dell’acqua boliviana del 2000. E’ uno spettacolo pessimista. Che spera di rimanere tale. Da prendere come una boutade, un paradosso, una esagerazione. Spera che la realtà non lo raggiunga mai.
Si parte da una constatazione: quando per convenienza, calcolo, corruzione, pigrizia si smette di difendere un proprio valore, un proprio diritto, questo verrà messo in discussione e monopolizzato da altri.
Una riflessione su come funzionano alcuni dei meccanismi cardine della nostra società e della nostra economia. Specchio d’acqua, ecco, in questo caso il detto comune è estremamente utile e calzante: l’acqua come specchio che riflette il nostro tempo.