La Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici di Siena e Grosseto in occasione della ottava giornata nazionale del contemporaneo ha inaugurato il 6 ottobre la mostra Roeh, di Federico Fusi. Porte antiche si sono aperte e nel suggestivo atrio della Pinacoteca Nazionale di Siena, tra le colonne classiche, sabato scorso (6 ottobre) sono risuonati i suoni sostenuti ed etno-elettronici della musica-preghiera di Fabrizio Tiezzi ed Angela Tancredi musicisti senesi. L’occasione era la presentazione dei marmi di Federico Fusi: bianchissime presenze dalla Montagnola senese. Note musicali e ospiti, numerosi, si sono concretizzati con i silenzi usuali di uno dei musei più belli del mondo.
Atmosfere rarefatte e canti di lode suggestivi, sotto gli occhi attenti del Soprintendente dottor Scalini e la coordinatrice dottoressa Guiducci. Protagonista la pietra Roeh donata dall’artista senese, dal curriculum internazionale, al museo.
I marmi, apprezzati, danno forma a parole e nomi di origine biblica, rinnovando la ricchezza e la complessità della cultura ebraico cristiana. Forme fantastiche hanno riproposto la naturalità del linguaggio dell’oriente e dei nomi di Gesù. Proprio la citazione del dialogo con la cultura e le sensazioni orientali, ha riportato gli astanti a consuetudini e frequentazioni storiche ( il museo senese è uno dei massimi luoghi dell’arte medioevale al mondo) ricordando i fervidi rapporti commerciali e culturali che intorno all’anno 1000 vigevano tra l’Europa e il Medio oriente, punto di incontro e scontro tra la cultura araba, quella mongola e quella cristiana, così come ricordano le vicende del Regno di Gerusalemme e degli ordini cavallereschi, rapporti che sono anche di attualità. I marmi hanno espresso nomi di Dio in forme astratte e fantascentifiche quasi zoomorfe, equilibrio tra levità e affermazione, dove i colpi taglienti dello scalpello, mosso dallo stesso artista, si sono alternati alle percussioni della bocciarda. Suggestivi i riflessi dalle molte sfumature di grigi dell’introvabile marmo senese, che ha coloriture molto delicate e cangianti. La scultura è stata grande protagonista del medioevo e della città di Siena in particolare. La nuova sperimentazione di Fusi in questo ambito contemporaneo ripensa le origini culturali della città. Ospite anche Romeo Giuli con olii su tela artista del centro culturale “inner room art concepting di Siena”, che ha coordinato l’evento nell’ambito della giornata nazionale del contemporaneo promossa da Amaci. Ha collaborato all’evento Vernice progetti Culturali stampando un pregevole portfolio con testi di Michela Eremita, Alfredo Pirri, Bruna Esposito.
La mostra è alla Pinacoteca Nazionale di Siena in via San Pietro, 29: è visitabile fino al 28 ottobre.