“E’ una testimonianza preziosa su Siena e per Siena, un tassello che va a valorizzare il già straordinario mosaico culturale senese. Omaggio alla cultura, alla città e al territorio; un atto di fiducia e speranza, nonostante le difficoltà del momento, con l’auspicio che si affaccino anni migliori”. Con questo messaggio di ottimismo a guardare avanti, il presidente della Fondazione Monte dei Paschi, Gabriello Mancini ha introdotto la presentazione del volume La ceramica a Siena dalle origini all’800 che si è svolta ieri pomeriggio in un affollatissimo Salone dei Concerti dell’Accademia Musicale Chigiana.
Come anticipato dal presidente Mancini, ma puntualmente ribadito dai curatori Paolo Torriti e Margherita Anselmi Zondadari, il volume “è un punto da cui partire per sviluppare indagini più approfondite sulla produzione di maiolica a Siena, tema su cui non disponiamo, sino ad oggi, di uno studio organico e complessivo”, ha rilevato Torriti nel suo intervento.
Nel saggio introduttivo Una bibliografia ragionata: la fortuna critica della maiolica senese, Ettore Pellegrini, infatti, analizza le pubblicazioni esistenti sull’argomento, sottolineando che “…questo articolato complesso di studi su produzioni, epoche, tipologie o singole collezioni, frutto di impegno di ricerca inevitabilmente frammentario, disomogeneo, talvolta contraddittorio e pertanto non riconducibile ad una visione critica unitaria della ceramica senese, ha preparato il fertile terreno nel quale è geminata l’idea del presente volume…”
Raccolta di un primo corpus di manufatti “sicuri” senesi, la pubblicazione è, quindi, un viaggio cronologico dalla maiolica arcaica fino al Cinquecento, grazie al contributo di Mario Luccarelli e Anna Migliori in “L’evoluzione della maiolica senese dall’immaginario medievale al “capriccio” della grottesca”, per poi passare a “La ceramica a Siena dalla caduta della Repubblica alla fine del XVII secolo” (Paolo Torriti), fino al XVIII secolo, “il secolo di arrivo per la storia dell’arte, dove anche la ceramica diventa lineare, di gusto”, ha rilevato Margherita Anselmi Zondadari durante la presentazione del volume e che ha redatto il capitolo “Le ceramiche di Asciano, Siena e San Quirico d’Orcia nel XVIII secolo”; infine la pubblicazione si conclude con “Il mito del Rinascimento nella maiolica senese nella seconda metà dell’Ottocento”, illustrato da Giuseppe Cantelli.
“Ci sono libri che si possono definire “belli” per la qualità e per la scelta delle opere riprodotte, e altri, invece, che lo sono per il loro contenuto: nel caso de La ceramica a Siena l’aggettivo vale per entrambi gli aspetti, e la cosa non è di certo frequente ad incontrarsi. Gli autori del volume segnano, nel nome di Siena, una pagina fondamentale negli studi sulla storia della ceramica postclassica in Italia”. E’ questo quanto scrive Fausto Berti, direttore del Museo della Ceramica di Montelupo, collaboratore fondamentale per la realizzazione della pubblicazione.
E’ il diciottesimo volume della collana editoriale promossa dalla Fondazione Mps ed intitolata Itinerari e proposte che affronta ricerche su temi meno esplorati, particolarmente legati alla tradizione senese, sia della città che dell’intera provincia. La ceramica a Siena consta di 302 pagine, maneggevole nella consultazione e particolarmente scorrevole nella lettura, stimolata dalle numerose vivide immagini (Andrea Lensini) che, spesso a tutta pagina, mettono in risalto quelle particolarità e delicate sfumature nei colori dei soggetti riprodotti su piatti, boccali, brocche, albarelli, utelli, orcioli, mattonelle, targhe e molto altro ancora.
La pubblicazione è stata realizzata da Salvietti & Barabuffi Editori di Colle Val d’Elsa.