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Redaelli–Bellocchio: 45 anni di musica insieme in un concerto straordinario alla Chigiana

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Lunedì 18 agosto alle ore 21.15, nella splendida cornice di Palazzo Chigi Saracini a Siena, il Chigiana International Festival & Summer Academy “Dérive” presenta “Piano Duos”, una serata di grande valore musicale che celebra i 45 anni di attività del duo pianistico Redaelli–Bellocchio.

Un traguardo significativo per Stefania Redaelli e Maria Grazia Bellocchio, protagoniste di un lungo sodalizio artistico dedicato con passione e competenza alla diffusione del repertorio per due pianoforti, con particolare attenzione alla musica del Novecento e alla nuova creazione contemporanea.

Per l’occasione, le due pianiste guideranno il pubblico in un avvincente itinerario sonoro attraverso cinque capolavori del secolo scorso, firmati da Pierre Boulez, Dmitrij Šostakovič, Bruno Maderna, Mauricio Kagel e Igor Stravinskij. Un programma che riflette la straordinaria varietà di linguaggi ed
estetiche della musica del Novecento, in cui il dialogo tra i due strumenti si trasforma in tensione, rifrazione, polifonia e invenzione timbrica.

Il concerto si inserisce nell’ampio e articolato focus che l’Accademia Chigiana dedica quest’anno a Pierre Boulez (1925–2016), in occasione del centenario della nascita del grande compositore francese.

Cuore del programma è infatti l’omaggio a Pierre Boulez con l’esecuzione di Structures I (1952), una delle opere più emblematiche e complesse del repertorio per due pianoforti. Considerato un vero e proprio capolavoro del Novecento, il brano rappresenta uno dei vertici della cosiddetta scrittura seriale integrale, in cui ogni aspetto della musica — altezza, ritmo, dinamica, articolazione — è rigorosamente organizzato secondo strutture predefinite. Boulez, tra i massimi protagonisti della musica d’avanguardia del secondo dopoguerra, con Structures I inaugura un nuovo modo di pensare il suono, lontano dalla tradizione tonale e persino dalla dodecafonia storica. È un’opera che segna una svolta radicale: uno spazio di ricerca pura, costruito con
rigore quasi matematico ma capace di rivelare, nel suo intreccio vertiginoso, una sorprendente energia poetica. Affrontare oggi Structures I significa confrontarsi con una delle sfide più ardue del repertorio pianistico moderno. In questo senso, l’interpretazione di Stefania Redaelli e Maria Grazia Bellocchio si impone come una prova di altissimo virtuosismo e intelligenza musicale, che conferma il loro ruolo tra i massimi interpreti internazionali di questa musica esigente, visionaria e necessaria.

L’interesse di Boulez per la scrittura a due pianoforti — così evidente in un’opera visionaria e radicale come Structures I — dimostra quanto proprio nel XX secolo questa formazione abbia assunto un ruolo centrale nella ricerca musicale. È in questo periodo che il repertorio per duo pianistico vive una vera e propria stagione di rinascita, diventando uno spazio privilegiato di sperimentazione, capace di unire rigore strutturale, libertà espressiva e un’inesauribile ricchezza sonora.

Due strumenti gemelli, un solo universo sonoro in espansione: il dialogo tra i pianoforti si fa
complesso, teatrale, immersivo, rivelando possibilità timbriche che vanno ben oltre quelle di un solo esecutore. In questo contesto, molti compositori del Novecento hanno riconosciuto nel duo pianistico una piattaforma ideale per reinventare il linguaggio musicale, trasportandovi – in forma nuova – le proprie idee, tensioni e visioni culturali.

Le possibilità espressive che nascono dall’incontro tra due pianoforti hanno rappresentato, per i grandi compositori del Novecento e dei primi decenni del nuovo millennio, una sfida stimolante e fertile. La forza percussiva e la brillantezza del suono pianistico, unite al fascino della scrittura contrappuntistica e alla possibilità di spazializzare il suono, hanno aperto nuovi territori alla sperimentazione.

Da questa libertà creativa sono nate opere profondamente diverse, ciascuna specchio di una
personalità e di una poetica ben riconoscibili. In questo confronto ravvicinato tra strumenti gemelli, ogni compositore ha potuto affermare la propria voce, esplorando forme, linguaggi e tensioni che trovano nel duo pianistico un potente veicolo espressivo. Le altre opere in programma, firmate da alcuni tra i più celebri autori del secolo scorso, riflettono proprio questa vivacità creativa e la ricchezza delle sperimentazioni che hanno segnato la musica moderna.

La Fantasia per due pianoforti (B.A.C.H. variazioni) di Bruno Maderna (1920–1973), presentata nel 1949 ai prestigiosi Ferienkurse für Neue Musik di Darmstadt, è una partitura densa di rimandi alla tradizione musicale europea. Il brano prende spunto dal celebre motivo musicale ricavato dal nome di Bach – le note Si♭, La, Do e Si naturale (B-A-C-H secondo la notazione tedesca) – e lo sviluppa attraverso una scrittura raffinata e innovativa. Con questa Fantasia e fuga, Maderna si confronta con il presente della sperimentazione dodecafonica, mantenendo però un saldo legame con le radici della musica occidentale. Il compositore definiva la sua opera come una vera e propria “rivoluzione nella continuità”, capace di unire tradizione e avanguardia in un unico, affascinante gesto musicale.

Con un salto temporale che ci proietta nel XXI secolo, il programma prosegue con il Capriccio per due pianoforti (2005) del compositore argentino naturalizzato tedesco Mauricio Kagel (1931–2008). Quest’opera rappresenta una tappa significativa dell’ultima fase della sua produzione, ricca di spunti originali e di grande interesse. Fedele alla sua natura sperimentale, Kagel ha fatto della teatralità e dell’ironia un tratto distintivo del suo linguaggio musicale. Nel Capriccio si ritrova un’atmosfera affine: giocosa, vivace e a tratti teatrale. I due pianoforti dialogano e si rincorrono, scambiandosi idee, ritmi e gesti sonori in un confronto musicale che è allo stesso tempo gioco e dialogo creativo.

Dal grande repertorio del Novecento arriva anche il Concertino in la minore, op. 94 di Dmitrij Šostakovich (1906–1975), figura centrale della musica sovietica e mondiale. Composto nel 1953, questo brano si distingue per la sua forma “classicheggiante”, che nasconde una struttura circolare caratterizzata dal ritorno di cellule tematiche riconoscibili e suggestive. Šostakovich si presenta come un erede consapevole della grande tradizione classica, in cui l’elaborazione motivica di ascendenza viennese si intreccia con il lirismo profondo e l’intensità espressiva tipica della cultura musicale russa. Il risultato è uno stile personale e immediatamente riconoscibile, capace di coniugare il rispetto per il passato con la forza innovativa della modernità novecentesca.

La serata si concluderà con l’esecuzione del Concerto per due pianoforti di Igor Stravinskij (1882–1971), presentato per la prima volta a Parigi nel 1935. Quest’opera porta i due pianoforti al massimo delle loro possibilità timbriche, dinamiche ed estensive, creando l’illusione – da cui il titolo stesso – di ascoltare una vera e propria orchestra. Stravinskij, durante la composizione, si ispirò alle variazioni di Beethoven e Brahms e alle fughe di Beethoven, ma l’opera rimane profondamente radicata nel suo tempo. L’insistenza sull’articolazione ritmica, la valorizzazione della natura percussiva del pianoforte, le note ribattute, le rapide scale ascendenti e discendenti sono tutti elementi tipici del suo linguaggio, che emergono con forza all’interno di una forma che richiama esplicitamente la tradizione, ma la reinventa in modo originale e vibrante.

Il concerto è realizzato con il patrocinio dell’Ambasciata di Francia in Italia e dell’Institut français Italia, e con il sostegno della Fondazione Nuovi Mecenati – Fondazione franco-italiana di sostegno alla creazione contemporanea.

Biglietteria e informazioni – I biglietti potranno essere acquistati on-line sui siti www.chigiana.org o www.TicketOne.it e presso le Biglietterie di Palazzo Chigi Saracini; il giorno del concerto la vendita proseguirà presso le rispettive sedi, a partire da due ore prima dello spettacolo. Per informazioni: tel. 0577-220922 oppure via e-mail: biglietteria@chigiana.org
Il testo si avvale del contributo musicologo di Francesco Bacherini.